Bella bellissima...dura durissima,ma quanto è dura con tutti questi ristori.
Così parafrasando la frase pubblicitaria di una nota marca di acqua si potrebbe sintetizzare e chiudere la cronaca della corsa odierna. Oggi, dopo la deludente gara di ieri in quel di Castellina Marittima e in preparazione della oramai imminente Pistoia-Abetone, decidiamo di ritornare alla Pesticciata bianco gialla che si tiene in quel di Ponte a Egola. Occasione questa che ci consente, oltre ad un percorso lungo coi suoi 34 Km circa, anche di stare tanto sulle gambe considerata la durezza del suo tracciato.
Prima novità, la partenza, che non è nel medesimo posto dell'anno precedente ma è spostata molto più avanti alla serra di San Miniato, forse ciò è dovuto ad una miglior logistica, parcheggi e quant'altro o più semplicemente per fatti loro.
ecco il Ciapetti reduce dalla Cortina Dobbiaco
il nostro Claudio
Arriviamo che sono le otto e come da pronostico ogni pertugio dove poter lasciare la macchina è occupato non rimane che tirare innanzi ben lungi dalla zona ritrovo ma questo non è o dovrebbe essere un problema, in fin dei conti siamo podisti o no? Trovato un buco parcheggiamo e ci portiamo al raduno, facciamo l' iscrizione, salutiamo atleti visti poche ore orsono alla corsa di Livorno e ci appropinquiamo a partire, oggi come collega di fatiche abbiamo Rossano. Oramai siamo alle 8:14 e la maggior parte dei convenuti se ne sono già iti, anche se qualcuno continua ad arrivare.
Seconda novità, ma questo è scontato, il percorso è variato, poche centinaia di metri e siamo già in salita, non una grande asperità, così come del resto tutte quelle che incontreremo, ma sono toste, le discese susseguenti poi non sono meno ardite e si fanno sentire nelle gambe, soprattutto nelle ginocchia, la fatica però è mitigata dai molteplici ristori disseminati lungo il percorso e che quest' anno vedono come tema di fondo il "farrewest", anche se di primo acchito avrei detto Butteri visto che siamo in Toscana.
Caterina sembra sola nel deserto mondo
Forse sono stati più questi ultimi a fiaccare le nostre energie che i vari sali scendi, dura la ripartenza ogni qualvolta ci si fermava ad uno di questi ma tant'è non ne abbiamo saltato niuno, soprattutto quelli provvisti di doccia alla cui fonte dispensatrice di frescura ci era impossibile dire di no.
Anche in questa edizione ad un banchetto, il medesimo dell' anno precedente ma molto più vicino alla partenza che all' arrivo, lasciamo il nominativo per il diploma che poi troveremo una volta ritornati da dove ci siamo messi in cammino, ma da qui ad arrivare di strada ne dobbiamo macinare ancora tanta.
Il cielo, da prima plumbeo, lascia spazio al sole che picchia addosso e non solo sulle case come dice una vecchia canzone rendendo di fatto ancora più duro portarsi avanti.
Fortunatamente siamo per maggior parte all' interno del bosco, dove il silenzio è rotto soltanto dal cinguettare di piccoli volatili e gracidar di rane, questo fin quando ci riportiamo in quel di Ponte a Egola, allora non saranno più dolci suoni ma un vero frastuono dovuto alla presenza di una pista di moto cross dove amanti di questa disciplina danno libero sfogo ai loro istinti. Qui con la scusa di guardarli ci fermiamo ed intanto tiriamo il fiato, proseguiamo seguiti ancora per un lungo andare dal rumore dei motori, per fortuna non ne aspiriamo i fumi di scarico, almeno non direttamente.
Oltrepassato questo anticipo di rientro nella civiltà ci rituffiamo nel verde dei boschi, arriviamo addirittura in Messico, almeno questo è il tema dell' ennesimo ristoro che incontriamo, speriamo di non dover incontrare il muro di confine con gli Stati Uniti altrimenti saranno dolori. Fortunatamente fila tutto liscio, riprendiamo la marcia, i cartelli ci danno il conto alla rovescia dall' arrivo, vedendo questi e confrontandoli col garmin noto che saranno circa 1,5 meno dell' anno precedente, ma non mi lamento, oggi no.
Ancora un ultimo ristoro a poco meno di 2 Km dall' arrivo, ci fermiamo anche a questo tanto non siamo in gara. Finalmente l' ultimo tratto di strada svolta a destra e vediamo l' arco pisano di podismo: ce l' abbiamo fatta, i Km percorsi sono stati 33,190, 1700 metri meno della precedente edizione, il tempo totale di percorrenza 4 ore e 17 minuti, quello in movimento 3 ore e 43 contro le 4 ore e 43 di un anno fa con un tempo di marcia di 4 ore e 30 minuti, tutto sommato un miglioramento anche se di per se non è possibile fare un raffronto, troppo cambiato il percorso.
Che dire bellissima corsa e soprattutto tanto spirito la qualcosa non guasta in un mondo in cui ci si prende troppo sul serio. Un grazie sentito agli organizzatori, ai volontari tutti e in particolare al disegnatore del percorso, mi domando come faccia a non perdersi, bravo anche il disegnatore dei cartelli indicatori ed un arrivederci al prossimo anno Dio volendo.
Claudio Landucci