Gabriella ci manda un bellissimo articolo, un resoconto, un'avventuar, una partecipazione di Loris Neri per l'evento che si ripete da qualche anno. Il portare l'assegno dei soldi ricavati dalla manifestazione Corri con Paolo. Umberto, Cathy, Giusy e Giorgio, e insieme a loro tantissimi volti sorridenti e anonimi che collaborano ogni anno per ottenere questo assegno che va a sostenere le iniziative che l'AGBALT prende continuamente.
Ma ci pensa Loris a raccontare.
Vediamo intanto le foto che ci manda Gabriella.
(bella la chiusura della staffetta con un volo di palloncini rossi!!!!)
Ed ora il reportage di Loris
DA MONTECARLO ALL'ISOLA DEI GIRASOLI
La storia racconta che Leonardo da Vinci sognava di volare e così inventò i primi rudimentali mezzi per farlo.
Secondo me, solo un genio come lui poteva aver inventato la corsa. Uno sport tanto bello, anzi spettacolare ma semplice. E l'ha regalato a noi podisti attuali.
Noi che possiamo unire alla fatica un aspetto ludico verso questo sport che aggrega e mai divide.
Noi che possiamo creare una compagnia valorosa, senza però affrontare guerre e battaglie.
Noi che possiamo divertirci, essere contenti, e magari portare sensazioni di gioia a chi ci può solo guardare.
Con questi input è stata creata a Montecarlo la "Corri con Paolo", dove molti di voi avranno preso parte nelle scorse edizioni.
Come ben sapete il ricavato di quella manifestazione (chiamarla corsa podistica è riduttivo) è donato alla AGBALT onlus,
Associazione Genitori Bambini Affetti da Leucemie e Tumori, e per suggellare questo legame, è stata creata una staffetta, con l'intento simbolico di portare correndo, l'assegno ricavato ad aprile.
Incuriosito e innamorato da questo impegno, mi sono voluto unire a questi corridori speciali.
Sabato mattina mi reco a quest’appuntamento, situato a Montecarlo, per una giornata particolare ed emozionante.
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Ho passato la notte da insonne, con la solita stupida ansia che mi ha portato via le ore di sonno, come se avessi avuto una saponetta tra le mani.
Eppure dopo il mio risveglio mi sentirò sicuro che passerò una giornata tra Amici, e se avrò dei problemi, saranno poco importanti, rispetto a chi ha percorso quel lungo tratto, da Montecarlo a Pisa, in tutt'altra maniera.
Quando alle ore 7 arrivo in centro a Montecarlo quasi tutto è silenzioso, solo un piccolo brusio si unisce a questo borgo storico, dove le pietre sembrano ascoltare i nostri respiri e le nostre parole, che di lì a poco aumenteranno e prenderanno forma in un piccolo e gioioso serpente che lentamente scenderà verso la piana lucchese.
Prima di partire ci spostiamo a ridosso della Fortezza, suggellando con un sorriso la foto che per prima ci rimarrà stretta nella memoria.
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Siamo otto Corridori Locomotive, cui man mano, senza regole o impedimenti, si potranno aggregare, o togliere, podisti di ogni forma e generazione. L'unica regola che conta è partecipare, cercando di rendersi utile, e chi non può, o non ce la fa a correre, premi un clacson, una trombetta, un campanaccio.
Anche il sostegno morale è importante, perché la strada è davvero lunga da percorrere.
Non serve urlare per farsi vedere: c'era scritto alla Torretta per la Porcari Corre, ricordate?
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Non c'è staffetta senza un supporto tecnico. Senza aiuto non si va da nessuna parte, e il gruppo portante è composto di una buona fetta d'iscritti con l'Atletica Porcari. Meglio di così!
Accanto a noi corridori, e al supporto specializzato, ci sono i mezzi meccanici che serviranno per la via di ritorno:
Alcune auto piene di fanciulli e donzelle, spesso con le mani impegnate in sonori tric e trac e strombazzate da stadio; un furgone per borsoni e cibarie; una Vespa con due simpatici ragazzi; e una biker gioviale che non si stancherà mai di scampanare, incitare, e sorridere, e lo farà per tutto il tragitto.
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Io sono alla prima esperienza su questa Staffetta, e silenziosamente procedo col mio passetto, deciso a proseguire fin dove mi reggeranno le gambe, ovviamente senza nessun assillo cronometrico.
Oltre a me tra le novità ci sono: Michela, Massimo, Mauro, e Gino.
Coloro che hanno già partecipato a questa corsa speciale sono: Matteo, Enzo, Umberto, e Odette.
Persone di buon cuore, dalle gambe svelte e veloci, capaci di ripetute imprese sportive.
Per loro è semplice andatura di scarico. "La prossima maratona me la voglio gustare così" qualcuno mi sussurra in un orecchio.
Per le mie gambe sarà una bella prova, perché da molti mesi non sto toccando asfalto, ma solo via Francigena e i boschi delle Cerbaie e da oltre un anno non supero i 30k tutto di un fiato.
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C'è una buona aria fresca, tanto profumo di gelsomino e di rose, mentre le strade sono deserte e in leggera discesa, perché dobbiamo uscire dal paese per dirigerci verso Capannori.
Così insieme a un gruppetto di giovani Amici di Paolo, che col loro passo reso agile dalle poche primavere trascorse, scendiamo verso San Giuseppe e poi fino Micheloni e lo facciamo in un battibaleno.
Qualche giovanotto si alterna all'altro nella corsa, offrendoci piccole soste per riunire il gruppo, rendendoci la situazione tranquilla e serena, fin dai primi chilometri.
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Siamo scesi a Turchetto, e svoltiamo subito a destra per dirigerci verso Porcari.
Davanti allo Stadio, sulla via Romana Est -dove ad agosto sarà organizzata la Corsa dei 100- ci aspettano i nostri Tifosi, con in mano alcuni vassoi pieni di dolci leccornie, offerte dal panificio Pane e Poi.
Immancabile foto di gruppo, e piano piano si riprende a correre.
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In una Porcari assonnata echeggia prorompente il campanaccio di Cathy, mentre noi silenziosi corridori attraversiamo via Roma e siamo un poco preoccupati "perché qualcuno si sveglierà e tirerà giù una secchiata d'acqua".
Svoltiamo a sinistra, dove ora s’intravede questo lungo viale che porta fino a Capannori. Un rettilineo che avevo già corso in tre occasioni durante le maratone di Lucca.
Stamani non c'è nessuna fretta, e ci fermiamo due volte per sostituire un paio di giovanotti.
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Il sole incomincia a farsi valere, le auto rumoreggiano noiose, e l'asfalto pare un lastricato odioso.
Non è molto bella la via Romana, ma va già meglio quando ci addentriamo nel centro di Capannori.
Altra breve sosta, e poi tutti riuniti con l'assegno bene in vista, mentre la chiesa e qualche curioso ci osservano.
Attraversiamo con attenzione la via Romana e proseguiamo verso via Casalino, e la zona industriale di Carraia.
Auto e sostenitori si fanno sentire, ed è veramente bello correre con tutta questa compagnia.
Capisco che sono tra le mani dell'Atletica Porcari quando mi ritrovo in un’altra sosta gradevole a base di treccia con uvetta, dolcetti e tanta acqua rinfrescante.
Poco dopo superiamo la Sarzanese e ci dirigiamo verso Parezzana.
La strada è sempre asfaltata, ma molto serena e immersa nel verde della campagna lucchese, mentre le mie scarpette nuove ammortizzano a meraviglia, le gambe mi viaggiano spedite, e respiro senza nessun affanno, così con Enzo e Gino, mi metto a raccontare il Trail di Vinci dello scorso anno e di quei 34k vissuti tra sole, frecce mancanti e uvetta sultanina.
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Il percorso incomincia a piacermi, e a Verciano ci fermiamo per un'altra allettante sosta, mentre una signora mi chiede "siete della corsa?", io le rispondo di sì, ma ripensandoci, la corsa vera e propria, quella che intendeva lei, ci sarà tra qualche ora.
Altri tratti di belle strade, senza auto a infastidirci, e con il continuo supporto dei nostri sostenitori.
Poi fiancheggiamo l'Acquedotto Nottolini e ci ritroviamo a Badia di Cantignano per un piccolo ricambio di giovani podisti e di abbeveraggi per noi corridori.
La chiesa e il vicino cimitero mi portano a ricordare un ragazzo molto sfortunato, con cui ho passato alcuni giorni lavorativi.
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Appena riprendo a correre mi vengono subito a galla questi tipi di pensieri, e oltre a Luca, ripenso a tutte le care persone che mi hanno lasciato vagante su questo strano pianeta.
Solo pochi giorni fa l’ha fatto Giovanni, uno dei fondatori della Podistica Galleno, uno che alle corse sapeva andare, e adesso le sue gambe veloci potranno correre solo sopra le nuvole.
E insieme con lui penso a Paolo, che vorrei conoscere, magari adesso, per guardarlo correre accanto a noi, verso questa impresa nata per aiutare chi è più sfortunato e per cercare di rendere un poco più leggera tutta la loro sofferenza.
Sofferenze che mi hanno toccato da vicino, perché i miei Nonni, gli Zii e Papà mi hanno lasciato, sì tanti insegnamenti, ma anche troppi giorni che non ho più potuto vivere insieme con loro.
Forse in questo momento la famiglia Neri si è riunita davanti a una televisione speciale e mi starà guardando.
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Così affronto questa staffetta con uno spirito quasi surreale, dove memoria, ricordi, e pensieri riguardano spesso persone care che non ho più. E ogni metro calcato su quest’asfalto, mi porterà qualcosa che va di là dal semplice correre e del trascorrere dei minuti.
Sarà merito forse delle scarpette nuove, o della voglia immensa di poter portare fino a Pisa un prezioso assegno, oppure il sostegno morale e fisico che persone eccezionali mi stanno offrendo.
Così ogni chilometro che devo ancora affrontare fa sempre meno paura.
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Il tracciato adesso si fa ombroso e in leggera salita. M'infastidisce lo scarico (e quel brontolio motorizzato) del vespino dei nostri fotografi/sostenitori, poi correndo sopra altre viette circostanti, sbuchiamo sulla Statale 12.
L'aspetto è decisamente diverso da qualche metro fa: il traffico è notevole, le auto ci sfiorano veloci, per la biker Cathy, e la Vespa, va peggio che per noi podisti. La carreggiata non ha la ciclabile (mica siamo in Olanda) e non mi resta che correre su quel poco di striscia d'erba che trovo tra l'asfalto e le automobili.
Qualche centinaio di metri, poi per fortuna svoltiamo per salire a Santa Maria del Giudice.
Dove, una volta riuniti tutti, ci soffermiamo per un veloce ristoro.
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Abbiamo fatto circa 25k, non ho il gps, ma le mie gambe sembrano confermare la cifra.
Un'ultima sguazzata con la fontanella, e Odette mi sprona a rimettermi in corsa "perché siamo gli ultimi".
Si scende veloci dal paese e ritorniamo sulla SS 12. Ancora miasmi di auto e traffico, poi la parte peggiore:
La galleria dei Monti Pisani. Quella che tutti chiamiamo "il Foro". Quasi un chilometro di follia pura.
Già, perché correre in questo tratto, è veramente uno schifo.
Davanti a me c'è Odette, la seguo con lo sguardo, cercando di capire dove mettere i piedi.
Il marciapiede è stretto; i pannelli catarifrangenti quasi si toccano col braccio sinistro; per evitare i cartelli stradali bisogna abbassare la testa; ai lati, e in terra c'è una sostanza catramosa/scivolosa (con cui m'impregno la mano quando mi appoggio alla parete buia); il rumore assordante dei ventilatori è incredibile (pare che sopra ci sia costruita un'autostrada); auto e camion sembrano sfidarsi come in Formula 1.
Non vedo l'ora d'uscire da qua. Tutti mi aspettano, e finalmente anche io riesco a rivedere il Sole!
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Scendiamo lungo una single track, dove posso osservare il monte con le sue rocce, le sue piante, e i suoi fiori.
Adesso ci vorrebbe la macchina fotografica.
Al termine di questa breve discesa sbuchiamo nell'Anfiteatro di San Giuliano Terme.
È il momento e il luogo giusto per fare merenda.
Sono presi d'assalto i freschi spiedini di frutta, le dolcissime torte, le dissetanti bevande. Donne e ragazze ci trattano con i guanti. Siamo podisti stanchi ma felici.
Su consiglio di Paola è chiamata Caterina, la coreografa del gruppo, che con grande precisione, nonostante l'erba non sia stata tagliata, ricrea un enorme Cuore formato da tutti noi! Spalle al monte, e braccia alzate per una foto davvero magica.
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Prima di ripartire bisogna sedersi e levare i forasacchi dai calzini. Usciamo da questo piazzale un po' abbandonato, e scendiamo in paese, riprendendo la nostra corsa.
Sono passati 30k, adesso è veramente dura rincominciare a correre. Per fortuna siamo aiutati da questa piccola discesa.
Poi ci dirigiamo verso via Nicolini, e dopo prendiamo la via delle Sorgenti, ci sono auto e furgoni, ma lo strombettare dei nostri sostenitori si fa sentire eccome!
Facciamo un forte assedio alla fontanella ad Asciano. Le fresche chiare acque potabili sono sempre ben accettate, testa e corpo vanno rinfrescati, l'importante è continuare a tenere caldo il cuore.
In compenso le mie gambe iniziano a essere dure.
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Svoltiamo in via dei Condotti, per un meraviglioso tratto sulla ciclabile, e poi sullo sterrato.
L'Acquedotto dei Medici è uno spettacolo. È la prima volta che corro in queste zone. Noto, invece, che sono molti i podisti che la transitano. Apprezzo pure i defibrillatori situati lungo il percorso.
Un Sole che abbaglia, un Acquedotto storico, molti Amici e la Corri con Paolo: tutto è emozionante, e ogni cosa prende parte allo stupendo scenario di questi ultimi chilometri.
Il mio passo cala notevolmente, e appena accenno tratti di cammino, sono supportato meglio di Daniele Meucci.
E posso riprendere a correre.
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Dopo questi bellissimi 4k arriviamo a Ghezzano. Si oltrepassa la Vicarese e svoltiamo a sinistra per fare gli ultimi 1000 metri di questa Staffetta del Cuore tra Montecarlo e Pisa.
Mano nella mano, a braccia alzate, gli occhi lucidi, e con il prezioso assegno come protagonista, concludiamo questi importanti 38k (4h12.12 cronometro fermato solo durante le soste prolungate).
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Qualche minuto per rifiatare, per cambiarci il vestiario sudato e seduti sull'erba, poi entriamo nella nuova costruzione per opera dell'AGBLT onlus.
Dolcetti, salatini, e bevande ci aspettano, ma questo non sono le cose più importanti. Sono piccoli piaceri aggiunti, ma la voglia adesso è quella di guardare cosa è stato fatto qua:
Un bellissimo residence, che però di vacanziero ci ha ben poco. Lo scopo cui servirà è tutt'altro: aiutare, offrire, consolare, divertire se così si può dire, quelle persone sfortunate che hanno (avranno) figli, bimbi, fanciulli con patimenti inimmaginabili.
Niente potrà essere paragonato a questo, né 38 km corsi a piedi, né anni di dure fatiche.
Qua molto è stato fatto, ma c'è ancora troppo da fare. Purtroppo.
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Il mondo prosegue e continua a girare, e così noi riprendiamo il viaggio di ritorno.
Sull'auto di Giusy, ce ne torniamo a Montecarlo.
Si va verso casa Troilo, dove in questo luogo da sogno, ci sono offerte lasagne ai funghi e alle verdure, focacce, e pasta fritta, (arrosto con sugo), mousse di cioccolato, cheesecake, vari tipi di caffè e di bevande.
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Poi mi sono chiesto: "Ma ho trovato degli Amici, oppure ogni tanto qualche sogno accade?"
Grazie a Tutti, è stata un'esperienza speciale.
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Dedicato a un ragazzo che non ho avuto la fortuna di conoscere: Paolo Pieraccini.
Col tutto il mio Cuore. Loris Neri - Podistica Galleno
(Preso da X Corre dove Loris pubblica i suoi scritti- Ringraziamo X Corre)