LA TORRE DEL BARBAROSSA CI SEGUIVA CON LO SGUARDO foto di Mario
10/02/2020
a cura di Andrea Bartalesi
Ieri a San Miniato partendo dal Basso per raggiungere la bella città, in alto, sulla cresta di colline importanti, con piazze e scalinate, Cattedrali e archi, palazzi, paesaggi che si perdono verso tutte le direzioni (tu, nel gioco, diventi il gallo mosso dal vento per indicarne il nome , tu, nuova banderuola guardi verso Firenze e ti dispiace che la foschia ..."da tanta perte dell'ultimo orizzonte il guardo esclude".
Ho con me Flamur al quale spiego il perchè si dica che il percorso è "mangia e bevi". Queste strade percorse da pellegini sono piene di amici che si rincorono e ti salutano. Massimo si ferma per due chiacchiere, Stefano passa e ti saluta, ripassa e dice che visto che corre in casa, è andato sui percorsi che "allora" erano del tracciato dei 25 km. E mentre ti riempi il cuore d'amicizia, ti accorgi di una oscura presenza, come se qualcuno ti osservasse e ti volti e vedi la torre del Tedesco, del Barbarossa, che ti guarda con occhio attento, segue i tuoi passi. Come una maestra d'asilo guarda che i tuoi passi siano giusti e quando scendi dalla collina, sembra che lei, la Torre, si alzi in punta di piedi per seguirti.
Poi, annunciato da Gianni Chiarei, arriva Moreno, arriva Enzo, siedono a cassetta di una diligenza, piena di volti felici, sorridenti. C'è Roberto, Luca, Silvia, tutti. Ogni volta che mi riprendono è una festa. Ieri avevano con loro Ilaria, una biondina delicata, un fiore di primavera, timoroso, che nascondeva il suo sorriso dietro la paura di un prossimo freddo improvviso, di una "brinata", educata, si toglieva il guanto per conoscermi. Non solo educazione, ma rispetto, considerazione. Il selfie è d'obbligo, una istituzione, Moreno è il selfie-man più famoso dei Trofei. Ma ieri ho scoperto perchè il selfie è irrinunciabiile: il raggrupparsi per "entrare" nella foto ci fa abbracciare, ecco il selfie di Moreno è un grande abbraccio di amicizia. Dopo.ci sentiamo meglio, anche se le amicizie annunciate, i nuovi volti, i sorrisi, svaniranno o spariranno dietro la prima curva. Non sempre, ogni volta si spera.
Insomma questo è il paradiso terrestre, l'Eden di noi pellegrini dagli stinchi ossuti, dagli occhi lucenti che guardano le colline e sanno che i cipressi che li contornano sono punti esclamativi messi dall'uomo su consiglio segreto del Creatore. E ieri cipressi ce n'erano tanti.
Vediamoci alcune foto di Mario, presente e sempre eccellente.
la diligenza
Ilaria e Silvia
la maestra d'asilo
Mario nella Piazza come un trionfatore
altre foto di Mario nella Gallery
grazie a tutti, gli amici, gli organizzatori, a Mario, insostituibile
Andrea Bartalesi