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LA TRAGEDIA DELLA SKY RACE

22/07/2007

a cura di Andrea Bartalesi

Riflessioni e considerazioni


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E' con sgomento che mi appresto a scrivere di questo triste giorno ed ho lasciato passare un po' di tempo proprio perché il primo sentimento di dolore avesse modo di trovare una giusta sedimentazione. Molti nostri amici dell'Atletica Porcari erano presenti alla gara, sia come spettatori, sia come concorrenti. Questi, fra l'altro, hanno vissuto una giornata di dura fatica, ma di gioia per i risultati ottenuti, gioia tramutata in dolore, in lacrime, all'arrivo, al sapere cosa era accaduto a Giuseppe Bordigoni.

Tutto passa in secondo piano di fronte alla morte di un amico che non conosciamo, un uomo di Montignoso che, forse, abbiamo avuto accanto alla Mare Monti Mare del Cinquale o a qualche maratonina. Era uno come noi, con i nostri ritmi, con la stessa voglia di "durare fatica", di sudare, di arrivare. Forse tutto questo qualcuno lo chiama "pazzia". Forse ha anche ragione. Specialmente leggendo i giornali ti viene da pensare che il mondo in cui viviamo è a rovescio, forse siamo noi che stiamo camminando a testa in giù. Può darsi. Ognuno fa il suo lavoro, l'organizzatore fa l'organizzatore, il podista fa il podista, il giornalista, ovviamente, dovrebbe fare il giornalista e riportare notizie, magari scrivendo le proprie esperienze o sensazioni. Quando la morte entra in un circuito di vita, tutto diventa tristemente nero e tutto viene rimesso in discussione, la passione, il perché, il percome. Ognuno cerca di non essere toccato dall'evento, di non sentirsi "anche lui" possibile vittima, cerca l'errore di chi ha avuto la sfortuna, di chi è morto, di chi deve aver "fatto per forza uno sbaglio". E allora si tira in ballo l'organizzazione o la difficoltà dell'evento o... il poco cervello di chi pratica degli sport che vengono giudicati estremi. Escono fuori in bella mostra i "benpensanti".
Io non c'ero a Fornovolasco domenica mattina e non c'ero nemmeno alle due passate edizioni. Alla prima edizione non andai perché ritenevo la cosa per me improponibile (c'era anche un tempo limite di arrivo) alla seconda ed alla terza non sono andato perché non mi sono ritenuto "abbastanza in forma". Non per correre, ma per camminare svelto, per stare in movimento più di cinque ore.

Quando si parla di Sky Race si parla di "Maratona del Cielo", 42 km o più in alta montagna, dove si corre addirittura con i bastoncini. Non so ora, ma fino a pochi anni orsono (volevo andare a fare la "Sentiero 4 Luglio" di Corteo Golgi) c'era un limite per potersi iscrivere, avere un tempo inferiore alle 3 ore nella maratona. Allora, insieme alla maratona, veniva organizzata a corollario una manifestazione di circa 20-23 km aperta a tutti, sempre impegnativa, ma non come la Sky Race. Quindi quella di Fornovolasco è una Sky Race impropria perché di "soli" 23 km. Non mi sono andato a documentare, io la so così. Dunque al momento in cui vedi scritto Sky ti rendi conto di cosa ti aspetta. Noi lucchesi, poi, i più fortunati, perché io mi sento fortunato, conosciamo le Apuane, qualche volta siamo stati in Pania (anche perché se ci vai una volta, difficilmente non ci torni), una volta sul Pisanino, senza parlare della Tambura, dell'Altissimo. Sempre camminando, ore di sentieri in su e in giù con gli occhi bagnati di sudore. Siamo dei matti. Dunque dicevo che molti conoscevano e conoscono il percorso per averlo fatto camminando e sapevano che la bellezza delle Apuane, che non per niente sono chiamate Alpi, sta nel riportare le Alpi e soprattutto le Dolomiti, molto più in basso. Bastano pochi chilometri e poco tempo per assaporare quel gusto "di andare in montagna". La roccia, i picchi, le vette: ti sembra di essere sul Catinaccio, ma mille metri più in basso.
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A Messner chiesero una volta come mai ci fossero tanti incidenti in montagna, lui rispose che la colpa era delle funivie che portavano tutti oltre quel limite che una persona non preparata era meglio che non andasse.
Tornando alla Sky Race sappiamo che Graziano Poli e i suoi amici del Gruppo Alpi Apuane sono organizzatori meticolosi, proprio perché conoscono la montagna. Ma in montagna l'imprevedibile è sempre in agguato e chi ci va deve saperlo. Se scivoli in Piazza Grande ti sporchi i pantaloni, se invece ti succede su un sentiero le cose vanno in modo molto diverso. Quindi non è "assolutamente garantibile" la massima sicurezza,
Quando ho cercato, anch'io come tutti, di trovare l'errore del povero podista di Montignoso per sentirmi sicuro, ho pensato che forse in molti sono andati a correre alla Sky Race, in montagna, senza mai aver camminato in montagna. Questo è possibile. E deprecabile.
Ma Giuseppe Bordigoni c'era stato in Pania, sicuramente anche qualche giorno prima era andato a fare il percorso per essere pronto e allenato. Era andato lungo i sentieri senza alcuna segnalazione, senza l'aiuto degli organizzatori, senza i ristori, nel punto più pericoloso che lui, domenica, al momento dell'incidente, aveva già passato. E allora? Fra l'altro, considerato i tempi, stava andando molto piano, quindi stava camminando e non velocemente. C'era anche la corda per maggior sicurezza. Lui si sentiva forse sicuro anche senza quella?
Ci possiamo attaccare alla sfortuna? Non credo. Forse alla casualità. Morire per casualità?
Immagino i sobbalzi degli "sportivi", quelli che seguono gli eventi, che si alzano presto per non perdere la Gazzetta, ben piazzati su una comoda poltrona con le sigarette a portata di mano, quelli che vedono il Giro di Francia, che imprecano contro i francesi, quei vigliacchi, che ce l'hanno con gli italiani tanto che ci trovano nel sangue anche quello che non c'è, pur di toglierci di mezzo, quelli che si allenano per godersi tutti gli eventi delle prossime Olimpiadi. Loro, la loro idea ce l'hanno e chiara, non annebbiata come noi, che matti come siamo andiamo a sudare in tutti i posti dove ci mandano.
Certo domenica prossima ci troveremo a Fabbriche di Vallico, qualcuno dirà le proprie testimonianze, qualcuno avrà già dimenticato, qualcuno dirà che lui lo sapeva, che era stato furbo a non andare. Niente di nuovo sotto il sole.
Quello che purtroppo mancherà sarà Giuseppe e vorrei che la sua famiglia, sua moglie e suo figlio Alessandro, 19 anni, all'inizio di una vita, sentissero vicini tutti questi appassionati che condividono con Bordigoni la sua passione.
Voglio ricordare gli amici del Parco Apuane, Graziano Poli che tanto entusiasmo, fatica e impegno ha messo nel "creare" questo giro delle Alpi Apuane, lo vorrei abbracciare, anche se personalmente non lo conosco, senza dirgli niente.
Mi pongo un'ultima domanda : è giusto non vivere per paura di poter morire?
Non aspetto nessuna risposta.

In risposta ed a commento di questo articolo (pubblicato anche sul sito de la Galla) ricevo da Andrea Maggini, nostro collaboratore tecnico una mail significativa e la riporto qui di seguito:

ciao Andrea,

sto preparandomi per la mia vacanza per la Corsica, ancora con la testa piena di pensieri, troppi pensieri.
Da podista, organizzatore, da spettatore-padre che era lì sulla Pania con i propri bimbi per festeggiare una mamma che faceva la sua terza Sky-Race (ma se non fosse mai passata di lì? ma se invece di uno sconosciuto fosse stato un amico compagno di squadra?), da lettore anche un pò scandalizzato dai pressapochismi, dai 'benpensanti', dai 'soloni', dai vampiri di settore che si precipitano a mandare le proprie foto di un povero morto su tutte le testate per far vedere quanto si è bravi, etc. etc.

Ti volevo solo scrivere 'grazie' per le belle parole e per i concetti che condivido tutti, al 100%!

Parto con maggior serenità e consapevolezza che, nonstante quanto successo domenica, la vita va avanti e che vada vissuta secondo propria coscienza e conoscenza.

un abbraccio,

Andrea Maggini

 

Ricevo inoltre dall'amico Marco Rovai

 

Risposta a Andrea Bartalesi sulla Sky Race.

.....Grazie Andrea, dal profondo del Cuore Grazie.....

marco rovai

Ricevo oggi 29/07 da Nicoletta Bertuccelli, che fa parte del nostro Gruppo mentre il marito fa parte Del Gruppo Alpi Apuane, fra l'altro cugina di Matteo, uno dei ragazzi scomparsi sulla Pania ai quali era dedicata la Sky Race e mi sembra giusto inserire la sua testimonianza, sentita e particolare:

Andrea,

ti volevo ringraziare per il bell'articolo che hai fatto sulla Sky Race. Condivido totalmente quello che hai scritto, riuscendo ad esprimere con molta efficacia quello che molti di noi non hanno il tempo, la voglia o il coraggio di dire.

Io ero sulla Pania domenica, contenta di essere riuscita ad tornare lassù dove Matteo mi aveva portato diverse volte...contenta di aver baciato la targa che Luca ha murato su una pietra in cima alla Pania per ricordarlo....contenta di aver visto passare tanti amici dalla cima della Pania e di essere riuscita a tornare a valle anche se con gli scarponi scocciati e senza suole... Poi la doccia fredda della scomparsa di un altro amico, appassionato di corsa e di vita all'aria aperta come noi, che mi ha fatto rivivere i terribili momenti di 2 anni e mezzo fa.

Grazie

Nicoletta