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LE FOTO DI SAN CERBONE A PONTETETTO di Andrea

19/03/2013

a cura di Andrea Bartalesi

Una delle cose che mancavano al nostro sito erano le foto di San Cerbone nella corsa di Pontetetto.

Questo Monastero ha un fascino tutto suo. Passando sulla strada per Pisa, oppure venendo dai paesi del Compito, da Vorno, la sua massa a mezzo monte, bianca o chiara comunque, quel campanile, quell'edificio massiccio ci fa interrogare sulla sua essenza. Quei boschi dietro di esso ci evocano zone dove riflettere è il minimo che uno può fare. In questo mondo è difficile riflettere. Lo avete notato?

In questi giorni un bravo giovane ha iniziato a correre. E' un ragazzo moderno. Prima di partire inforca l'auricolare e si sintonizza sulla musica che gli farà compagnia nel correre. Io ho sempre aspettato di correre per fare compagnia a me stesso. Mi piace pensare quando corro. Certo lo puoi fare anche e forse meglio ascoltando musica. Io preferisco essere solo in assoluto con me stesso. Cercare dentro di me cose anche scomode. Ho scelto il correre come modo di riflettere.

Ecco guardando San Cerbone mi viene da pensare che sarebbe bello riflettere e andare per quei sentieri o mettersi a sedere vicino a dei crochi (ma chi gli avrà dato dei nomi così ferrosi!) e cercare di sbrogliare una delle tante matasse che ci troviamo a dipanare nella vita.

Mi piaceva mostrare ai nostri lettori quello che si vede venendo dai boschi e trovandoci al Monastero. Ho provato a salire dal basso e prima che la macchina arrivasse al parcheggio avevo notato degli scalini in pietra nell'erba che portavano in alto, come normale avvicinamento a un luogo di preghiera, un po' di sacrificio, che diamine!

Domenica ho notato che gli scalini sono stati sostituiti da un'erta per ora in terra battura, quasi pronta per essere asfaltata. Pronta per le auto. Pregare si ma in auto.

Ma ora con Papa Francesco ci illudiamo che qualcosa cambi, che qualche famoso Cardinale si tolga dal collo una croce piena i oro e pietre prezise, che si ricordi che la Croce è un simbolo di sofferenza e non di ricchezza, come la veste in raso prezioso ci piacerebbe vederla trasformata non in saio ma almeno in stoffa comune. Ma non sta a me peccatore dire queste cose. Io devo pensare ai miei peccati, io che come al solito predico bene e razzolo male.

Ma per le foto ho portato con il telefono e ho scattato qualche immagine per far vedere a chi ignora.

 

 

 

per trovare un po' di luce alla partenza dovevamo cercarla nelle pozzanghere

una meridiana silenziosa, poca luce, sussurra solamente il suo segnale

un cane vicino alla Villa del Nonno. Un cane che se Ugo lo avesse visto ci avrebbe fatto una mostra fotografica.

Due occhi che parlavano, che ti sussurravano, che chiedevano, tutto oltre una ringhiera, oltre le sbarre oltre il muro.

Magari voleva solo una manciata di croccantini..

le legna alla casa bianca, la valle verso il Ceis, verso Pozzuolo

a San Cerbone infilo il telefono oltre il cancello, mi sembra di essere dentro, per un giorno frate, con le mani dietro la schiena il capo chino, mormorare una preghiera. A un mio amico è morto un figlio di 38 anni, malato, ma cosa vuol dire? Un figlio non è mai malato, è solo un figlio, è solo una pate di noi che ci viene sottratta....

 

ecco San Cerbone, intimo, vicino, oltre il cielo imbronciato e grigio

e come ti insegnano, dopo aver guardato il cielo è sempre bene guardare la terra ed ecco la terra, ecco le foglie, secche e verdi, ecco una violetta, la speranza

ancora un' occhiata al campanile

 

 

 

e dal basso ecco ritornare al suo posto San Cerbone, verso il cielo, segno di fede

e sulla via che ci porta ll'arrivo tanti coppi sui muri caratteristici di questi luoghi.

Andiamoci a San Cerbone.