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IL SOLE PASSA COME UN'OMBRA di Claudio

25/07/2011

a cura di Claudio Landucci

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Terminate le fatiche per quanto riguarda il competitivo, oggi ritorniamo dopo parecchie settimane da dove siamo partiti, ovvero dalle passeggiate tapascionesche del T.P.L.
La sgambata odierna si tiene in quel di Marignana, amena frazione del comune di Camaiore ovviamente nella provincia di Lucca, oggi se possibile saremo proprio parte integrante del grande movimento dei podisti o emerodromi che dir si voglia, peccato che dopo avere corso le ultime gare con delle discrete salite anche oggi ne troveremo tanta e dura, non proprio il massimo per recuperare.

 

 

 

 (vogliamo dire una Ave Maria per le vittime della Norvegia? E pensare che sono state causate da un individuo che oltre che "mostro" si definisce "fondamentalista cattolico")

 (tracce di buon gusto)

 

 (la calce del muro impreziosisce l'opera d'arte)

 

( SOL TRANSIT SICUT UMBRA che si traduce con un bellissimo concetto "IL SOLE PASSA COME UN'OMBRA"

e del resto è a corredo di una meridiana. Bellissimo.

Anche se il motto più famoso che lo riguarda recita:

LA NOSTRA VITA PASSA COME UN'OMBRA

E qui cìè una consapevolezza che non ci fa gioire se non per i pensieri latini illuminanti)

 

(Caterina. Nel servizio di ieri da Villa Basilica dicevo di come fosse strano che correndo quanto corre e impegnandosi come si impegna, avesse il ... polso fasciato. Ma Claudio ci dice che ha anche una caviglia fasciata. Posso dire che questo ce la rende un po' più "umana"?)
Stamani il suono della sveglia è veramente fastidioso ed è veramente dura alzarci dal letto, Caterina poi plurifasciata sin dalla gara di ieri alla caviglia e al polso e nonostante questo ha corso, oggi ne farebbe a meno, ma non sia mai detto che si debba mancare ad un appuntamento podistico.
Arriviamo come sempre verso le otto, ma non siamo neanche tra gli ultimi, stavolta troviamo anche posto per parcheggiare in un campo poco sotto la zona ritrovo, non ci era mai capitato nelle precedenti edizioni, molto probabilmente sono stati aggiunti in questa occasione.
Il tempo di iscriversi, di scambiare qualche battuta con gli Amici Carlo e Laura dei Marciatori Marliesi coi quali partiremo di lì a poco per un tratto di strada insieme, poche centinaia di metri e ci viene incontro il prode Filippo che ancora deve raggiungere la zona di ritrovo, lo salutiamo e tiriamo innanzi.
La corsa comunitaria con la coppia ( anche nella vita ) dei Marliesi dura 20 minuti, giusto il tempo di raggiungere il primo ristoro e poco dopo la deviazione tra la 11 e la 17 (?) Km, qui insceniamo una falsa corsetta per avere una foto insieme gentilmente scattataci da Carlo, non troppo vicina per salvaguardare l' obiettivo della macchina fotografica ( mi riferisco alla mia persona non certo alla mia consorte)ma neanche troppo lontana da non intuire chi siano i soggetti immortalati, li salutiamo e riprendiamo la nostra marcia.

 

 (km 13 effettivi quella indicata di 17, ma il percorso duro, quasi verticale, giustifica la diversa indicazione)

 (all'arrivo si chiacchiera)

 

 (due api si abbracciano)

 

 

 

(guardate la delicatezza di Cinzia e Massi, il fiore si bouganville sui capelli...)
Tra un fermo per scattare alcune foto e l' altro veniamo pure raggiunti da Filippo al ristoro numero 3, devo dire il più panoramico in assoluto e di una bellezza straordinaria, anche qui foto tra il serio e il faceto e ripartenza, in cui il prode Marliese ci abbandona, a detta sua per lasciarci liberi di tubare (mah).
Da qui in poi sarà quasi tutta discesa, sempre con andatura lemme per godere delle bellezze degli scorci della nostra bella Italia.
Poco più di 13 i Km del tragitto lungo, all' arrivo pochi i presenti, intenti perlopiù in chiacchiere, seduti al sole per recuperare dalle fatiche fatte, non rimane che usufruire anche noi del ristoro finale, ovviamente cocomero a volontà.
In altre occasioni saremmo subito andati via ma oggi no, oggi complice la voglia di stare insieme a persone amiche ci sediamo ad un tavolo come fossimo in passeggiata, a parlare di tutto e di nulla incuranti del tempo che passa,ma a tutto ce una fine e gioco forza dobbiamo necessariamente rientrare alle rispettive magioni.
Ritorno verso la macchina e partenza, pochi metri e vediamo Filippo che smanacca, lo stesso dicasi per Carlo , tutto questo per dirci di fermarsi al primo bar
Anche qui i discorsi spaziano in ogni dove fino ad arrivare all' ultima tragedia che ha colpito la Norvegia e di cui proprio facevamo volentieri a meno,, poi ognuno a casa propria,
Mi scuso per le prime foto di apertura di questo articolo che mal si addicono al recente massacro di innocenti a Oslo.
Claudio Landucci