Marina di Pisa, in una mattinata caratterizzata da un venticello marino freddo, un cielo opaco senza uccelli, ci ha mostrato i suoi gioielli. E subito, presto, al Porticciolo, nuovo, dove trovano riparo le barche, una diga che ci separa dalle acque del mare e dell'Arno, che sopraggiunge silenzioso.
Il tempo di fare ohhh e subito torniamo indietro verso una pineta che ci accoglie e ci riscalda, fra marchingegni e reti, per far pratica...pratica di che? per diventare dei Tarzan o delle Cite? Camminamenti aerei, e reti per arrampicarci. Ma noi non abbiamo tempo, andiamo e sbuchiamo in una pianura "lunga e larga come la padana". Un bel sentiero erboso ci porta diritti e dritti fra campi soi e lavorati, tanto da ammirare il lavoro finito dove la terra sembra sbriciolata e preparata per la semina. Sembra di non arrivare mai in fondo ma chi la dura la vince e ciappoggiamo, come sentiero, a una pineta bassa, con pini fitti dove se ti perdi non ti ritrovano nemmeno a primavera.
Un tratto in pineta, bellissimo e sbuchiamo lungo la rete fortificata con ammonimenti...qui tutto è armato, invalicabile, attenzione spariamo....e noi via come forsennati, ritornando indietro sempre in pineta fino a Tirrenia, un gireetto per vedere le ville oziose e sonnolente e poi ripreso il lungomare, ci divertiamo a vedere quanti stabilimentibalneari saranno inutili fino alla prossima estate. L'arrivo è sempre bello, ma stamani per noi che avevamo fatto il percorso di 18 km la compagnia non è mancata perchè c'era in programma anche una 28 km e quindi arrivare con chi veniva a perdifiato ci faceva illudere e ricordare i vecchi tempi.
Mario è rimasto talmente impressionato da battere il record delle foto fatte arrivando oltre 160. Noi, ne prendiamo alcune, ma le dividiamo in due cronache .
Ecco la prima:
Ma Andrea Maggini con la bandiera pisana non avrà mica mire secessioniste?
le magliette Atletica Porcari si intonano con il cielo e il mare
Cristina ritagliata
il grande puffo con il suo cane
gli spensierati in gruppo
ed ora lasciamo il porticciolo e...
noooo non è l'orco che ci aspettava in pineta, è il nostro amico Gianni
gli orentanesi festanti
un mega ristoro (se mi fermavo tornavo la sera dalla gente che c'era)
cambio cronaca, aspettatemi un attimo, intanto guardate la gallery
Andrea Bartalesi