Ho incontrato Loredana a Matraia: mi meraviglio ogni volta della sua frizzante amicizia, del suo modo di essere, di questo portare in giro il suo caldo sorriso. Ma questo è un alto discorso, che certamente non meraviglia chi la conosce, ma la presenta agli altri, quelli che vedono le sue foto, che ne ammirano la fantasia.
Loredana ha un suo gruppetto di persone stupende che si è scelta o forse ha avuto la fortuna di incontrare, e con queste partecipa alle nostre marce e porta nel marsupio la sua digitale. Certo per colui che piace fotografare vedere uno scorcio particolare fa sobbalzare il cuore ed allora ecco che la mano è già pronta e l'occhio cerca la giusta inquadratura. E gli altri, gli amici, approfittano della breve sosta per tirar eil fiato, per poi riprendere insieme in allegria.
e cominciamo con il Castiglioni, per una mattina in veste ufficiale come consigliere del Trofeo Podistico Lucchese e quindi più che mai indicata la sua aria da tribuno romano
l'agognato campo sportivo dove non si riesce mai a parcheggiare
e per coloro che dubitano della mia presenza eccomi apparire in fondo alla foto, alla curva, all'inizio di quest interminabile salita di 4 km, durante la quale tutto pesa, anche la colazione appena fatta, i calzini, ...
e i raggi di un sole genuino, non addolcito dalle nebbie dell'atmosfera, delineano le case in controluce del Colle di Matraia
ed ecco gli amici di Loredana
e l'occhio femminile va a cercare fra le foglie lucide di una pianta grassa i fiorellini che occhieggiano
mentre nel tabrnacolo viene racchiusa un'icona del Volto Santo
e la chiesa di Matraia, con lo scuro campanile. Qui c'è l'emblema e la storia del luogo: la pietra anzi il "macigno" di Matraia. Di questa pietra è piena Lucca, le sue cantonate, i davanzali, i selciati.
i colori delle nostre maglie alla luce del mattino
Loredana ha fotografato questo uccello morto, posto sulla pianta, dopo, per fotografarlo. Era un barbgianni, un animale notturno. Difficile da vedere, se non per un improvviso fascio di luce che lo inchioda dov'è, sul bordo o, tapino, nel centro di una strada. Ha nella sua espressioe tutta la insofferenza per la luce, per un mondo diurno che non sopporta. Mi fa pensare, purtroppo, ai tanti giovani che escono da una notte che li ha trovati festanti e li accolti nelle sue tenebre, per poi gettarli alla luce del giorno, dove verranno accecati dalle prime luci dell'alba.
Sara cerca di distrarsi per non pensare all'inzio della nuova salita
e Loredana la chiama per una bella foto con un'altra amica
mentre l'incoraggiamento a volte ti aiuta più di una spinta, ti fa allentare i denti stretti ed allargare un sorriso
una bella inquadratura della piana, il degradare delle colline, le macchie degli ulivi, il mandolato del casolare
alcuni podisti escono dalla socrciatoia "trafitti da un raggio di sole"
ed all'arrivo stanchi con il premio, un bicchier d'acqua per togliere la polvere dalla gola, a chiedersi dove andremo domenica prossima.
Il nostro è uno sport polare, senza i clamori dei media, senza il dover arrivare prima ad ogni costo. Siamo il più delle volte in contatto con noi stessi, ad ascoltarci, a misurarci. E nel clamore di oggi giorno poterci ancora "sentire" è una bellissima cosa.
Ciao Loredana per tutti i pensieri che ci hai trasmesso e ispirato con le tue foto.
Grazie.