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MOLINO D'EGOLA e le sorprese - foto di Mario

08/12/2008

a cura di Mario Pardella detto "Cornicette"

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A Molino d'Egola le sorprese le abbiamo trovate lungo il percorso: subito la partenza era diversa e dava la certezza di qualcosa di nuovo: alla prima deviazione dal nudo cemento apprendevamo che i kilometraggi erano cambiati e potevamo scegliere fra la 15, una 20 e addirittura una 25!! Nell'optare per la 20 per impegni presi in precedenza ci restava il proposito di lasciare la possibilità al prossimo anno. Zone dai colli dolci e improvvisi, dove la brina ci aspettava in basso ed il sole in alto fra le vigne, fra i filari, nelle siloutte dei paesi che non attraversiamo. Grandi frecce ci indicavano il percorso, ma, aimè, qualcuno, mani infide e sconosciute, avevano tolto, girato, ingarbugliato le frecce. (Fra l'altro ci sembrava che anche gli orgnaizzatori facendo andare "contro" la 15 e la 20 sembravano voler rischiare e sfidare il destino. Qualcuno sbagliava, qualcuno era titubante. Meno male che il braciere dove venivano scaldate le fette di pane riscaldava gli animi!
Qui di seguito le foto di Mario, come sempre bravissimo.

Argine e brina, vicini si sta meglio

 

 

gli atleti, quelli veri, passano come treni alta velocità in Val Padana

L'ignoto ci attende dietro ogni curva e sembra avvisarci: Perdete ogni speranza (di calore) o voi che correte

Ma il sole, bravaccio, ci attende in alto, fra i filari e il bosco, e ci lasciamo dietro alberi rossi sui merletti di brina

 

Lo sgurado va in altro a incontrare siloutte di paesi pieni di case e di storia

 

ma subito ci rituffiamo nella natura, fra i colori invernali, fra i vapori dei nostri respiri

e in alto una finestra vuota ci fa vedere altri ruderi, testimoni di una civiltà contadina mutata, in qualche modo dimenticata

 

all'arrivo un massaggio ristoratore o devastante (a giudicare dal podista che in primo piano non riesce a trovare la gamba dritta)

il Natale vicino si annuncia con un Babbo paracadutato e rimasto impigliato a uno stendipanni di una finestra

 

 

Torniamo alle nostre case con il ricordo di questi filari e

 

e di un lontano orizzonte di neve colorato da una luce rosa di un'alba livida, scaldandoci

 

con il falo che preparava fettunte piccanti

Grazie Mario per le tue bellissime testimonianze!

Andrea