MONTE SCARPIGLIONE LE PIZZORNE 22_08_21
Ieri siamo andati a vedere il Sentiero numero 4 che da San Pietro a Marcigliana porta al Monte Scarpiglione. Un dislivello previsto di 500 metri.
Con Claudio leggiamo (si fa per dire) il cartello che da’ notizie sul Sentiero della Memoria. Si fa per dire perché il cartello, posto davanti la Locanda del Marchese, è posizionato in alto sulla strada da prendere, in modo che vengono preferiti quelli di lingua inglese (sotto all’italiano). Per noi è troppo alto.
Senza perdere tempo prendiamo il sentiero che ci porta dietro la Villa Mazzarosa. Un cane abbaia dentro, alcuni locali vecchi e disabitati e un bel cartellino metallico Monte Scarpiglione. E vai.
La strada sterrata, pietrosa, è grande: ci viene da pensare sia stata “importante”. E’ ripida, nel verde, piena di mosche petulanti e insofferenti. Saliamo mentre la strada comincia a dare segnali che non sarà una passeggiata. Troviamo un bivio a sinistra: un piccolo sasso sbaffato di rosso e bianco ci mette i pensieri. Dopo un consulto con una cartina, plastificata del Comune di Capannori-Sentieri, che non la indica, prendiamo a sinistra non senza gli avvertimenti di Cassandra (ognuno quando deve prendere una decisione dentro di sé sente una voce che avverte…vai ma poi torni).
Cominciamo a impegnarci, la strada si è trasformata in selciato di pietre sbilenche, dirupata dalle acque che quando sono causate dalle bufere hanno fretta, vanno, senza guardare dove e nemmeno dove lasciare la terra che le segue. Curve contro curve, piante di acacia alternate ai primi castagni. Proseguiamo attenti a dove mettiamo i piedi. Il percorso è impegnativo, pensiamo a come possano farlo in mountain bike. Aumentano i castagni e la vecchia strada squassata si trasforma in sentiero,ancora salite decise, ancora pietre, un Metatino del Meschi con i suoi murales, alcuni massi dove un mistico ha scritto i consigli di ascoltare, osservare, sorridere. Anche piccole "marmitte" che la natura ha preparato per gli animali.
Troviamo un bivio per una Fonte dal nome curioso, ma noi saliamo, giriamo intorno al monte, e fra una foto e l’altra si arriva al bivio che ci indica dove salire sullo Scarpiglione, o andarsene sul sentiero numero 5. Tutto è in liquidazione. Tutto a 200 mt.
Saliamo fra castagni sulla vetta, una croce in alto, uno squarcio nella vegetazione, la Piana di Lucca sotto di noi, respiri la luce, respiri il cielo celeste. Ti viene da stupirti. Forse perché da quando sei partito eri intrappolato fra la vegetazione e poi d’improvviso l’aria, la luce, il sole, il cielo.
Claudio prende il Libro di Vetta per lasciare le dovute esternazioni. È pieno, trabocca di “bellissimo” e nomi e cognomi, anche “il bello della Torretta bike”.
Il tempo è tiranno, lasciamo le pietre calde dove ci eravamo seduti e scendiamo intenzionati a scendere dalle Querce di Papa, sul sentiero numero 5 perché solo pensare di rifare il 4 in discesa ci toglie la voglia, troviamo il sentiero per Le Pizzorne e l’inserimento e prendiamo la via in discesa. L’avevamo fatta non troppo tempo fa. È terribilmente peggiorata. Le acque hanno scavato oltremodo aprendo canaloni fino a trovare la roccia rossa. Scendiamo facendo attenzione, molta attenzione, il sole ci fa sudare, i muscoli tesi per frenare. Nell’orto prima di Sant’Andrea in Caprile, al padrone, (io lo trovo sempre qui, fu quello che mi spiegò come mai la località Le querce di Papa si chiama così) chiedo in regalo 5 chicchi di uva rossa, piccoli ma dolci, che il mio fisico gradisce. Risaliamo fino a San Pietro a Marcigliano scansando i proiettili con bicicletta che scendono a rotta di collo e fanno parte della Corsa ciclistica La Vinaria, anche moto d’epoca, anche un sidecar…
Andrea
PS=Chi ha intenzione di andare sullo Scarpiglione, scarpi o rampi, si ricordi di portare il Libro di vetta. Grazie