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NOI, QUELLI ALDILA' DEL TAVOLO di Andrea Bartalesi

16/02/2009

a cura di Andrea Bartalesi

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17Trapanatore
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19Pizzastory
20Tovaglia
21Distribuzione
22Falegname
24Blatto

NOI, QUELLI ALDILA' DEL TAVOLO


Appena rientrato da questa sfacchinata, indeciso fra una buona dormita, una passeggiata defaticante, preferisco scrivere due riflessioni su questa lunga giornata che ha concluso un periodo di preoccupazioni, di apprensioni.
Inutile parlare del tempo che oggi è stato stupendo, del risultato numerico molto positivo, delle 7413 persone che hanno deciso di venire a Porcari, di come tutto o quasi sia andato come nelle previsioni. Oppure dei tanti ragazzi delle scuole locali o di coloro che nell'organizzazione si sono dannati perché tutto andasse come doveva andare. E' incredibile vedere come lavori la gente, con quale decisione, forza, volontà. Di questo ci sarà modo, se ne avremo voglia, di parlarne in seguito o di farlo passare velocemente fra i dati statistici, fra i ricordi, perché il tempo è così veloce che non ci permette nemmeno di compiacersi: ci sono già le cose da memorizzare e da modificare l'anno prossimo.
Una giornata così, dopo un sabato di preparativi puntuali, faticosi, ma sereni, una domenica cominciata alle 5.30, carichi di quell'ardore organizzativo (del resto noi così abituati all'ardore agonistico non potevamo non esserlo) tanto che a volte ci è venuto da rispondere in modo troppo irruente tanto da poter far pensare di essere scortesi. Far capire agli altri che se una decisione era stata presa era per il bene di una iniziativa, che ognuno, quando siamo in tanti, deve rispettare alcune regole, ma per il bene di tutti. Certo quei signori più o meno giovani che ieri sera invece di andare a ballare si sono divertiti a spostare le frecce sui percorsi o a rompere le parole che formavano "Porcari corre", scritta che faceva bella mostra di se sulla Torretta, ci hanno dato modo di riflettere sulla incredibile stupidità umana. Qualcuno, venuto da Firenze, ci ha ricordato che le mamme degli imbecilli sono sempre incinte. Con una risata, anche se amara, abbiamo superato il momento.
Penso a come sia strano che non abbia visto tanta gente che c'era, tanti conoscenti, anche amici, parenti, che vedrò domani, nelle foto. Come vedrò cosa hanno fatto nel borgo di Montecarlo o in che stato era la Via Cassia o il Quercione e i punti del percorso che ci davano preoccupazioni. Noi, quelli aldilà del tavolo, vediamo solo i vostri volti, della corsa lo sapremo dalle mille foto, dai racconti. Certo ho saputo di come molti che avevano parcheggiato nei campi vi sono rimasti impantanati: c'è da scusarci con loro. A volte si può peccare per troppo voler bene e certi parcheggi erano a rischio e ne avevamo il timore. Non possiamo far altro che chiedere loro scusa.
Vorrei rivivere la giornata con la soddisfazione che ti da l'amicizia. Conoscere persone da anni oppure appena incontrate, parlare con loro, vedere la contentezza nei loro occhi per un momento che hanno vissuto. Se ci pensiamo bene questo è uno dei motivi per cui è bello vivere o lavorare per organizzare un evento. Non c'è nessun orgoglio per un risultato ottenuto, non c'è da ritenersi più o meno bravi ad aver avuto mille concorrenti più o meno, sono troppe le varianti e i fattori concorrenti.
Ricordo solo degli occhi, finestre di anime serene, in una mattina di luce azzurrina, dei sorrisi, delle strette di mano.
Penso ai tanti dialetti, a gente che forse rivedrò fra un anno, o forse più, a persone gentili o rudi, persone che comunque mi hanno sfiorato con i loro pensieri, con le loro memorie, con i loro futuri, quasi fossi una parte, pur piccola, della loro vita.
Domani penserò a tutto il resto, questo pomeriggio mi voglio fermare qui: a Moreno che mi diceva stamani della sua 22 edizione consecutiva della Porcari Corre, di come io sia felice di conoscerlo da tanti anni. Mi voglio fermare a Blatto e di come lui diceva di essere felice per aver portato 35 persone dal Piemonte, e voglio pensare ad altri amici che ho incontrato per la prima volta, che li ho consigliati di venire, alcuni indicandogli anche dove mangiare e dove dormire, e che mi hanno guardato, salutandomi, con l'espressione che aveva sul volto Moreno.
Grazie a tutti, anche ai bravi ragazzi che girano le frecce e che spaccano le parole della Porcari Corre. Noi l'anno prossimo le rifaremo sicuramente e così gli daremo un' ulteriore grande occasione per la loro meravigliosa vita: quelle di andare notte tempo a romperle. A noi resterà l'altrettanto grande appagamento di aver fatto stare bene anche loro.
Andrea Bartalesi