Loredana ci manda un sacco di foto da Tereglio. Aggiunge "i soggetti non mancavano".
Tereglio organizza una marcia che cambia i suoi connotati secondo i percorsi scelti. La venti km fa un giretto in paese tanto per farti vedere dove sei, poi prende la Via Ducale, ti fa scendere nell'Orrido tante volte ti venisse voglia di tornarci poi con calma, risale sulla via e sale, sale. Quando senti odore, anche se è ancora lontano, del Rifugio Casentini, ti invita sulla sinistra per un sentiero intimo, per persone che osano, che vogliono e sanno osare, ancora quattro km fra faggete e sali verso il passo che se tu ne avessi voglia di porterebbe a Coreglia, sulla via dei remi. Quando ormai ti sei rassegnato all'idea che stamani la corsa è solo in salita, un pianoro nel bosco, fra tracce umide di sorgenti nascoste, ti portano a due sablzi e a una lunga, difficile discesa, dove a volte devi appoggiare le mani e saltare, dove le tue caviglie subiscono attentati alla loro incolumità, poi tutto si mitiga, ma non la dscesa e piombi felice al traguardo. Sadomaso? Felice? Felice di un certificato di integrità, di una revisione senza problemi, di una bellezza molte volte interiore, di unatua soddisfazione personale. Io quando sono andato a Tereglio, e purtroppo quest'anno non potevo esserci, ho sempre pensato questo.
Loredana invece si è goduta lo spettacolo del percorso medio, una strada che scende verso Vitiana e risale verso Tereglio fra immagini affascinanti, aria e luce nuova. Ma vediamoci le sue foto.
prima di vedere le trame dell'uomo, i suoi lavori che duranel tempo, Loredana ci mostra una cosa esile, delicata, un fiore, che la natura, anno dopo anno, ci mostra e lo fa senza darsi arie di grande artista
mentre Ugo spara foto e Patrizia prepara il marsupio per conservarle
subito Tereglio. subito la torre
le pietre e gli usci, lucidi
una foto d'insieme
sotto lo sguardo fisso del milite ignoto
la chiesa, di sghimbescio
perchè nei paesi di montagna ognuno, anche le case, ha bisogno dell'altro, tutti si aiutano a stare in piedi
e la natura mostra come la vita può nascere anche da materia morta
la religione con la sua intima fede mostrata come si può
l'uomo che cerca con materiale antico, mezzi moderni, di conservare la propria storia
paesi appaiono davanti come castelli arroccati
e alla fonte erano importanti le panchine per le lunghe attese di chi andava a prendere l'acqua con le "ramine" con le brocche
quel vaso di gerani se non ci fosse, renderebbe buia la casa, forse la vita
i fiori come decoro che impreziosiscono il mestiere antico del mosaico fatto con i sassi rotondi del fiume, piccoli, da portare in paese dalla Fegana
portali importanti con colonne in pietra serena
tempietti, dove l'auto sota e arriva un centauro come un cavaliere dell'Apocalisse
qui l'antico è dimenticato, in disuso, da dimenticare
finestra marrone con vetro per salvare la stautetta di una bianca Madonna
e un'altra Madonna protetta, forse dai furti (come è possibile rubare una statuee poi tenerla e pregarla perchè ti dia in dono un miracolo?) o forse protetta dai venti maligni di tramontana che su questi poggi fischiano la loro prepotenza?
la via Ducale con le sue giravolte
la natura sempre imprevedibile
questo edificio dovrebbe essere il vecchio posto di cambio cavalli, sulla via che dall'Emilia portava a Lucca dove i viaggiatori potevano riposarsi e rifocillarsi
questo invece è un rifocillarsi moderno che mostra le cose antiche
hanno detto che la curiosità è femmina. A quanto pare è anche dei cani. A meno che non sia un cane ... femmina
e rieccoci a Tereglio con la solita Ape nel solito posto. Vent'anni fa era grigia, ma era un'ape ed era sempre lì.
Loredana grazie per averci fatto partecipe del tuo buon gusto, della tua curiosità umana, delle tue foto. Tutte le altre, magari interessantissime, magari mi è sfuggito anche il particolare che le rendeva pregiate, sono nella gallery ed invito tutti a vederle.