Questa prima domenica di marzo, che si preannuncia più soleggiata delle altre, ci porta a Vorno per partecipare alla tradizionale marcia che è ormai conosciuta come quella con i percorsi più lunghi e più impegnativi. Il ritrovo di partenza, per motivi logistici, è fissato, già da diversi anni, nella zona industrilale di Coselli ed è lì che arrivo da solo poco prima delle otto.
Saluto Graziano che sicuramente fara la lunga e Roberto, addetto alle iscrizioni, e mi metto in cammino. Durante i primi chilometri incontro i podisti della mini che ormai sono di ritorno.
(una bella foto di Badia di Cantignano, controluce)
(Graziano)
(Roberto)
(Giuntini e Saettoni, felici per l'andamento del TRofeo Podistico Lucchese)
(chi parte, chi torna)
Sono loro che, con la loro passione, approfittano di queste marce per avere un momento di aggregazione e di svago ai quotidiani problemi della vita. In tutti loro c'è la soddisfazione di essere presenti e sono loro che contribuiscono a far crescere il nostro movimento.
(chi comincia chi ha già fatto)
verso Vorno
ognuno con il suo passo
(una bella testimonianza del territorio scoperta dall'occhio attento di Fausto: la casa dove Eugenio Barsanti è morto. Chi è Eugenio Barsanti? Chi erano Barsanti e Matteucci? Due inventori che hanno inventato una cosuccia da niente: il motore a scoppio!!!
Forse gli organizzatori potrebbero calcare la mano su questa opportunità, consiglio di Fausto!)
(i boschi di Vorno)
(i caratteristici muretti di Vorno e di questa parte di lucchesia)
(come i molti muri di cinta, che nascondono ville patrizie)
Continuo e dopo aver superato la chiesa di Badia di Cantignano il percorso della sette si inerpica per qualche centinaio di metri nel bosco. Da quassù si può vedere il disastro che i frequenti incendi delle passate estati hanno fatto a questo polmone verde della piana di Lucca.
(eccolo Giovanni!!!)
(e sul verde dell'argine un gruppo di amici nei quali spicca Gino presidente dell'Atletica, Beppe, colonna portante dei Marliesi, Nebbia, il cane nero, che traina il gruppo)
(l'argine che non finisce mai)
Al culmine della breve salita il percorso si ricongiunge con quello della dodici e proprio in questo punto che incontro Giovanni e Renato. Faccio insieme a loro l'ultima parte del percorso e rientro a Coselli passando sopra l'argine della zona umida che guarda il Convento di San Gerbone
Prima dell'arrivo vengo superato da Gino e dal suo gruppo e poco più avanti anche dalle F.T. di ritorno dalla media. Domenica sarò a S. Colombano ed impegni carnevaleschi permettendo spero di essere presente.
(l'arrivo fra i capannoni della zona industriale)
Fausto Martinelli