Oggi dovevamo essere a Montecarlo
UN POMERIGGIO, DI SABATO, IN APRILE Montecarlo correva con Paolo, correva per Paolo. Una manifestazione che era una festa per ricordare un ragazzo sfortunato, e l’occasione per aiutare le famiglie dei ragazzi che come la sua devono lottare contro il male. Quest’anno non ci siamo, siamo tutti a casa.
Possiamo solo pensare a Paolo, a Giusy e Giorgio, a Cathy e Umberto e a tutti coloro che aiutavano formando un gruppo incredibile, a Ridolina, alla banda, al vento di Montecarlo, perché nel borgo ha sempre tirato vento, alle iscrizioni dove in molti davano un muto contributo senza prendere nemmeno il biglietto, alle Scuole, all’Atletica Porcari.
E tanti altri perché per superare 3500 persone ce ne vogliono tanti di altri. Ma dobbiamo anche pensare e promettere che quando questo calvario passerà, e potremo finalmente uscire a testa alta, dovremo tutti fare in modo che ancora si possa correre con Paolo, che il vento di Montecarlo sparga in giro le voci eccitate dei ragazzi e dei loro genitori. Proprio questa quarantena ci fa capire, ce ne fosse stato bisogno, di cosa vuol dire soffrire e vivere con chi soffre. E quando qualcuno degli "altri" scende un attimo dalla giostra di una civiltà che sembra eterna ed è solo impazzita, e ti guarda negli occhi e ti dà una mano, già il fatto di non essere più solo....
Andrea Bartalesi