Gli organizzatori, con la scusa di farci fare il percorso al contrario lo hanno modificato, migliorandolo. Credevo di conoscere questi colli come le mie tasche, ma non era vero. Arrivati a Cevoli, lasciati gli amici della 15 e la strada asflatata siamo scesi illudendoci per poi risalire su sentieri stupendi, anche se impegnativi.
E quando sulla via consiliare che portava a Lari pensavamo a predisporci a ricevere la corona di alloro e sistemavamo le nostre fronti sudate per i serti che sentivamo di meritare eccoci su una ripida salita che attraverso un bosco ci apriva nuovi scenari, fattorie isolate, pini e cipressi che disegnavano le colline.
Poi venendoci da Lari ci siamo trovati in una lunga pianura che abbiamo percorso a bordo campi e il poggio (che poi diventarà "I Poggini"9 sulla nostra destra. Il percorso veniva così onorati per quei 21 km dichiarati e non ci resta che fare i complimenti agli organizzatori.
Detto questo, PERO', C'è da rammaricarci per la "classica" bottiglia di vino (almeno qualche anno fa era dei Poggini, locale, buono). Questo vino prezioso che ci è stato donato domenica è delle famose strade livornesi, vigne che si trovano sulla Terrazza Mawscagni, che debordano in duplice filar in Borgo Cappuccini ed danno il meglio di loro in Via Grande, nella piazza all'incrocio con Via Guerrazzi. Io terrò da parte la bottiglia e la aprirò solo nel caso che un giorno abbia come ospite conviviale il Cavaliere.
Detto tutto questo passiamo alle foto di Mario. E' bene dire subito che le ha scattate prima del ricevere la bottiglia. Abbandonato come era stato da Calliope, Musa ispiratrice, potevasi anche verificare una lauta bevuta a digiuno che predisponeva ad esaltazione colorica. Sono curioso di vederle, anch'io.
A Mario, che si è immortalato seduto su un cartello molto pesante, dedico una poesia di Borges, molto leggera.
Prima la foto
ecco la poesia
La luna nuova.
Lei pure la guarda
da un'altra porta.
ecco Raul Bove e la rosa messicana
ma è ora di partire, ci si guarda intorno, chi c'è c'è e chi non c'è non conta.
C'è da dire che Mario da persona per bene, parte tardi perchè prima fa le iscrizioni a tutti i suoi compagni di gruppo. Noi del sito siamo così completi: Aldo, che non può stare a letto, che addirittura parte all'alba ci fa vedere i sentieri "prima" e tutti coloro che hanno fretta. Mario ci fa vedere i sentieri "dopo".
passano gli amici, veloci, irriverenti
qualcuno ci mostra la "sua" musa ispiratrice
mentre i sentieri e le luci sono autunnali
vigne sontuose, colori acquarellati
bianche strade bordate da verdi ulivi
bellissima foto, dove il podista si inserisce con i suo i colori sul canavaccio dei marroni del paesaggio
Cevoli ci appare come il Castello dell'Innominato. Una fortezza dove è racchiusa la vita e la morte, la chiesa e il cimitero, il campanile come punto esclamativo
Lari ci guarda scendere e si mantiene sulle sue, come si conviene ad un signore potente, con il suo castello
e Mario? Eccolo. Solo. Tanto che ci domandiamo se per caso si è fatta la foto con l'autoscatto. E penso alla solita poesai intitolata "Solitudine" che fra l'altro dice " nemmeno un vecchio specchio per vedere un altro me".
E queste foto, gli acquarelli di Mario, che ci ha mandato a fine rullino, scelte, belle
stupende come questa macchia di colori dei diversi tipi di albero. Tutto il merito è della natura. A Mario va l'immenso riconoscimento di averlo "VISTO"
guardando questa foto mi è venuta la voglia di comprarmi una giacca di un tweed inglese di questo colore, con le toppe sotto i gomiti, un distintivo di un Podary Club all'occhiello (quasi un podista solitario che appare laggiù, fralberi
Insomma credo che chi non c'era , vedendo queste immagini, abbia avuto un attimo di rimpianto.
Grazie Mario, sei un grande.