Alle Melorie ieri mattina era freddo. Aspettare di avere il cartellino è una penitenza. Un pallone pieno di gente e di discorsi, un corridoio per l'arrivo e il deflusso dei podisti dove i soliti che si ritengono raccomandati montano il loro tavolino per le iscrizioni. La fiumana n cerca di cartellino in arrivo alle 8.00 e la fiumana in partenza con cartellino si fronteggiavano spingenosi. Mi è venuta in mente una famosa poesia di Garcia Llorca in cui a un certo punto recita:
"e i tori di Guisando,
quasi morte e quasi pietra,
muggirono come due secoli
stanchi di batter la terra."
Il popolo podistico ruggiva impaziente non stanco, come due secoli, quello che finiva e l'altro che iniziava.
Poi finalmente siamo partiti direzione Ponsacco, sole basso radente e accecante, pieni di luce andavamo al buio. Mario ci immortalava con la sua triste bonomia e la sua amicizia della quale tutti ne siamo fieri.
I Poggini, un susseguirsi di colletti bassi e a portata di mano ci attendevano. Poi al bivio dell'Agriturismo, con il solito rimpianto di ogni anno, io e Gabriele abbiamo scelto la 13 per poter essere puntuali al pranzo sociale.
Vediamoci le foto che jmi ha mandato Mario
socializzare, abbracciarsi, riscalda, ma quelle mani senza guanti...
foto mitica che riprende l'attimo in cui io e Gabriele, nascosto dietro di me, siamo entrati in un selfie d'autore, quello di Moreno Rossi, con Enzo Leporini
che subito riparte per raggiungere Enzo, tuti e due impegnati a preparae la Maratona di Pisa
mentre io e Gabriele sembriamo impegnati a riappacificarci con la corsa
Garbi sempre in ottima forma
guardate la bellezza di questa foto con le varianti autunnali
e all'arrivo ci aspettavano sorrisi caldi e piccanti e una fettunta, pane ottimo abbrustolito, olio dei Poggini, aglio di Caraglio...
Belle foto, grazie Mario, le altre nella gallery