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PONTE A MORIANO E LA BRANCOLERIA

15/07/2008

a cura di Andrea Bartalesi

Storia di una divagazione ludico-motoria su temi diversificati.

Una bella mattinata, quella di domenica, sui sentieri della corsa di Ponte a Moriano, da noi arricchiti, come ormai di regola, dei paesi della Brancoleria. Un percorso che risulterà essere di circa 22 km, con dispute sui campanili dipinti di rosa, con le colonne classiche e capitelli gotici, fette di cocomero a gogò, incontri di faune e di fotografi, con il pensiero rivolto all'avvenire da parte di quelli che domenica, beati loro, saranno alla Sky Race.
Non è mancata una lunga disquisizione sui sensi dell'uomo, che molti dimenticano, ma sono cinque, minimo garantito, dal ricordare un episodio de L'ombra del Vento, bel romanzo di Zafon. Il nostro, scrittore spagnolo, descrive una bella ragazza cieca (Clara) che con le mani cerca di conoscere i lineamenti di un ragazzo di undici anni. Lo scrittore non ci dice cosa avvertiva lei, ma che lui, il ragazzo, sentiva che le mani di lei profumavano di cannella. Lei che non vedeva sostituiva la vista con il tatto, lui che invece vedeva si meravigliava di qualcosa percepito dal suo odorato.
Il profumo di acacie allora diventava un ricordo per Angelo di quando, ragazzo, andava a pescare nel Leccio, o per me quando andavo a brucare con le mani le foglie, stando attento alle spine, per darle ai conigli. Colarusso non partecipava pensando che non voleva fare un lungo, ma lui è così, brontola per il gusto di brontolare, escluso quando è in buona compagnia, perché allora è distratto da altre cose. Cercavo di indagare se, pur distratto, in buona compagnia, teneva accesi il tatto, la vista, l'odorato, l'udito e il gusto, ma il suo era un continuo borbottare, come una pentola di fagioli che bolle. Nel frattempo nere macchie (trote forse, troppo lunghe per esser cavedani) inquietavano il verde delle acque un po' sporche del laghetto alla diga Enel.
Bruno, al quale sabato prossimo si sposerà il figlio, pensava di andare alla cena con la mountain bike e tornare così con le gambe sciolte in modo da non sentirsi pesante al mattino (quello dopo o lo stesso mattino) a Fornovolasco alla partenza della Sky Race.
Claudio parlava di Elisa, la sua nipotina appena arrivata. Alle nostre richieste di informazioni, quanto pesa, chi somiglia, ha i capelli, rispondeva che questo era semplice gossip, le cose che importavano erano altre. Certo, caro Claudio, l'importante è che sia arrivata, in tempo per partecipare alle nozze della zia fra quindici giorni. Lisa non amava il rosa del campanile intonacato e imbiancato. Io andavo a scomodare i campanili dei paesetti liguri, con i loro tetti in mattoni o maiolica, a cercare un paragone, ma non un rapporto.
Fausto, lui il nostro vero Toscani, quello dei mille scatti, ci ha immortalati sul sacrato della Chiesa dell'Angelo

 e sembra che il professor Claudio (notare anche l'abbigliamento diverso) ci tenga una concione sul modo di correre e di soffrire, guardando le colonne e i capitelli, pensando ai sacrifici dei frati, alle loro fustigazioni (come le nostre ripetute). Qualcuno, distratto, sta ridendo, ma la punizione è in agguato.

 

Ci siamo sorpresi nel finale, costeggiando la centrale Enel, ad allungare il passo, pensando che forse non ci sarebbe toccato il minestrone degli Alpini o l'ennesima fetta di cocomero.
Ma gli amici di Ponte a Moriano, che prendono in prestito dal nostro paese anche il nostro dottore (Corrado Del Carlo) ed abili organizzatori (Bozzoli e Adolfo Baldacci) erano ancora tutti presenti, baldi e fieri.
Grazie agli organizzatori, a chi ha dipinto il campanile di Ombreglio di Brancoli, alle trote del laghetto della diga, alle acacie tagliate lungo la strada, alle mele renette (troppo piccole perbacco), a Elisa, al figlio di Bruno (auguri a te ed alla tua bella ragazza), ai futuri partecipanti alla Sky, la corsa del cielo, al cocomero.