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PONTETETTO LUOGO DEI SIGNORI NASCOSTI di andrea

18/09/2017

a cura di Andrea Bartalesi

La marcia di Pontetetto ti porta in giro per quei posti nobili e nascosti, quel terminare di una pianura con i primi accenni di salita e anche rampate toste fra campanili e chiese e ville nascoste.

Era posto delle magioni di campagna dei notabili che governavano Lucca, le famiglie che avevano scritto la storia della città. 

Quando mi lamentavo sulla salita che sapevo portare a una villa pensavo che nemmeno il fisco l'avrebbe trovata, quella villa. E poi, arrivato al cancello, fatta una foto, ancora un sentiero per andare a vedere dove abitavano i cinghiali. Ma noi podisti godiamo di queste cose, dell'imprevisto e duro.

Mattinata piena di nuvole bianche e grigie, gonfie di luce e di vento in quota, ammiccanti pioggia ma non imminente. E allora per passare il tempo in questa bella terra mi sono messo a guardare le chiese. A ogni curva ce n'è una, dividendo così il territorio in piccoli borghi nominati.Meati, Gattaiola e Pozzuolo sono le più importanti. Poi, ne finale il Convento di San Cerbone che per i lucchesi è un bel riferimento.

Ieri le vespe hanno teso un'imboscata ai podisti, un nugolo improvviso che oscurava il sole (!!!!) è piombato sui malcapitati elargendo pinzotti a destra e a manca. All'arrivo invece dei km fatti si discuteva su quanti pinzotti avevano avuto. Io, che cammino e non vado veloce, al mio arrivo in zona, di vespe nemmeno l'ombra. Erano tornate a casa a farsi un aperitivo.

Ho fatto delle foto. Eccole

passano i miei figli, un ciao e via 

il cielo è uno spettacolo

come l'uva selvatica, aspra

 

 

 

l'Ozzeri riflette il cielo 

chiese come castelli di fede

muri di cinta che fanno immaginare il bello e segreto dell'interno

Meridiana attenta a snocciolare le ore

anche un castagno con i suoi ricci

in cima alla salita, la villa perduta 

la donna (molto carina) di un fauno con in suoi "faunoacchiotti" incontrati in un bosco

la chiesa di Gattaiola con il raggio divino che la lambisce

e la salita fra due muri è un classico in questa parte di mondo

la villa di Pozzuolo e girandosi indietro la chiesa appena passata

dedicata a Santo Stefano

i cancelli arrugginiti che chiudono gli spazi

mentre le ville hanno spazi aperti per guardare il mondo e...asciugare i panni (volendo)

e dopo un lungo sentiero eccomi a San Cerbone (non sul percorso ma ad appena 100 metri dal ristoro, anzi invito gli organizzatori ad allungare il percorso di 200 metri per portare i partecipanti a questo luogo che molti non conoscono, pur guardando dalla piana la macchia bianca del convento nel verde dei boschi circostanti). Devono anticipare dieci metri il posto del ristoro, girare a destra verso San Cerbone e poi scendere dalla "ruga" molto bella che riporta sulla strada sotto al ristoro.

e qui lasciatemi dedicare qualche foto a questo luogo incantato

scendiamo poi a precipizio e voltandoci indietro il Convento ci appare alto nel cielo 

un rocca dove difendere la propria fede

e vicino al Campo pratica Golf di Pontetetto una villa abitata da un ordine religioso di suore. Ecco il ricordo di vecchie tradizioni, quando nelle famiglie nobili le figlie non avevano un destino e se non maritate con guadagno, le si dava una dote secondo il lignaggio e le mandavano in convento. Un convento che doveva essere degno della loro origine e così potevano attendere la morte in preghiera e sbadigli

e dovevano essere rinchiuse bene, che non fuggissero e non accettassero nottetempo i doni di fidanzati segreti (ma che ci fa quella scala in bella vista?)

alte mura le difendevano dai loro stessi desideri e passioni

e allora voglio dedicare una rosa, macchia rossa di sangue nel verde dei dintorni, a tutte le giovani donne che furono rinchiuse fra quelle mura perchè questo voleva la loro famiglia e non il loro cuore.

E poi l'arrivo in tempo per non prendere uno scossone d'acqua che ci aspettava.

Bella mattina, all'insegna del "oioih bene" (quando si soffre godendo).

Ultima notizia che preoccuperà i lucchesi: la polla del Bongi, la mitica POLLA DEL BONGI tace, è in secca.

Andrea Bartalesi