PORCARI NON SOLO CORRE
Porcari non solo corre, ma cammina, passeggia, parla e fa amicizia. Chi è venuto almeno una volta lo sa che non tutti corrono. Ci sono addirittura associazioni che non prevedono di correre, ma di camminare con una certa lena.
La magia di questa manifestazione è nascosta in mille cose, i percorsi che prevedono l'impegno graduale per tutti i partecipanti, l'ambiente naturale, le foglie che scricchiolano, i boschi, gli alberi spogli, i pini sempre verdi, gli odori che non sempre sono profumi, ma che riportano indietro nel tempo, l'ansia del tempo che farà, del vestirsi, la policromia dei berretti che di fatto contornano i sentieri. Poi c'è da tornare a sentire il caffè di Robertino, con due biscotti di una pregiata pasticceria porcarese e parlare con quel signore dal dialetto strano che beve la china calda facendo schioccare la lingua. C'è da passare da Montecarlo, eh si, quest'anno ci voglio arrivare anch'io, quei soldati che frustano l'aria con la catapulta gettando pacchetti di fazzoletti Regina. Chissà che rumore rotolante avrebbero fatto quei bei sassi d'una volta... Ci voglio andare presto perché ho visto le foto del nero paiolo con i fagioli all'uccelletto, rossi, impastoiati nel loro sughetto, con la foglina di salvia, adagiati su crostini di pane, mentre la banda di Montecarlo fa "zum zum". Il frate dell'anno scorso è in missione in Africa, ma viene un suo confratello, dicono sia molto bravo a confessare le donne. E se piangono, per pentimento o rimpianto, lui, il frate, ha pronti i fazzoletti, ovviamente Regina.
Poi c'è da andare a trovare il Quercione. Ci sono passato stamani, canterellava una canzone (o forse era la tramontana che si divertiva sui suoi rami contorti?), mi ha detto che si sente solo e che aspetta i partecipanti della Porcari Corre per sentirsi importante. "Fanno più foto a me in una mattina che alla chiesa del mi' paese in un anno!" Soddisfazioni effimere ma per un albero solitario e imponente, borioso e pieno di se, forse contano qualcosa.
Qualcuno dei più temerari vuol arrivare a Veneri, per calpestare la vecchia Cassia e fa bene! Perché un anno o l'altro invece di una via romanica consolare ci troveremo un mucchio di pietre smosse: un abitante del luogo ha comprato un bel trattore, con quelle ruote con i denti a squalo, povera strada!
Poi c'è un signore al ristoro prima di ritrovarci al Quercione che ogni anno si mostra come un personaggio storico e la sua moglie si adatta. (O forse sarà il contrario?) Un anno Dante e lei Beatrice, una volta fattore lui, fattoressa lei, con fiasco di vin santo,un altro anno lui Borgomastro di Vienna e lei Frida e dai con la birra, a volte poi gli viene delle voglie strane come l'anno che si vestì da ranocchio e sua moglie? Certo ci rimase male, con quel vestito, anche se era di un bel verde.
Insomma faccio buio se mi metto a raccontarvi le cose che ognuno ha in mente di tornare o di andare a vedere.
Ma voglio ricordarvi una cosa: la Porcari Corre è la festa degli innamorati. Si svolge sempre la domenica successiva a San Valentino. Camminare insieme, tenersi per mano, respirare la stessa aria fresca che uscendo forma una sola nuvoletta; dire cose sciocche o fare discorsi sensati quella mattina non è poi così importante. E' importante essere vicini, lasciare che l'anima trovi la sua forma preferita di comunicazione, che si esalti e gioisca. Ragazzi, l'amore non ha bisogno della play station e nemmeno dell'ultimo Ipod. Quelli sono aggeggi che servono a far divertire coloro che non hanno inventiva, sentimenti, amore.
Tantissimi anni fa, quando ero ragazzotto, ebbi la fortuna di andare in Torretta con i miei amici di allora, per vedere l'eclissi. Era presto, di mattino, e la luce si era già allargata nella piana. Improvvisamente le ombre tornarono indietro, tutto s'incupiva e gli alberi, i cipressi che avevano preso posto accanto a noi, sparirono infilandosi in un sacco buio, il cielo era da catastrofe imminente, tipo diluvio universale. Noi con i vetri anneriti il giorno prima con la candela, guardavamo il sole che spariva, il freddo improvviso... ricordo che ci prendemmo per mano. Scendemmo dalla Torretta con la contentezza dell'aver vissuto quel momento insieme. Insieme. Avevamo la gioia di dividere con gli altri la nostra contentezza o i nostri timori. E' per questo che 240 soci dell'Atletica Porcari, non tutti di Porcari, chiedono aiuto anche ai loro amici per poter organizzare questa manifestazione podistica che onora il nostro paese, ma soprattutto fa bene allo sport, alla socializzazione, all'amore.
C'è anche qualche bulletto che per dimostrare il suo acume letterario nei giorni precedenti si diverte a modificare le grandi lettere che formano la bianca insegna sulla Torretta. Tolgono lettere, spaccano sostegni, rompono lampadine per fare una sorta di sciarada, un misero gioco di parole dove Porcari diventa una porca che corre. Siamo certi che possono collaborare con i maggiori giornali di enigmistica, ma non vediamo cosa ci sia da ridere o da divertirsi. Forse è il gusto di remare contro o l'inconsapevole gesto di piccoli ragazzi irresponsabili, non da evitare, ma da aiutarli a capire. Mi piace appellarmi a tutta la gioventù sana, a quella che dentro la testa ha un cervello che funziona, se conoscono questi individui, non evitarli, ma aiutarli a crescere.
Magari portandoli a camminare alla Porcari Corre.
Andrea Bartalesi
le foto sono di Mario Pardella e quelle della Torretta di Ugo Giorgi