La mia Firenze Marathon, ovvero cronaca di una sconfitta.
Dopo la parentesi dedicata alla realizzazione della maratona di Lucca, relegando la mia preparazione agonistica al secondo ed anche al terzo posto, l' ultimo mese lo passo nella rifinitura per la mia partecipazione alla maratona di Firenze, anche se sicuramente non sarà sufficiente per la realizzazione di un buon tempo.
L' ambizione è quella di togliere un misero minuto dall' ultima mia partecipazione in questa gara. Le sensazioni della vigilia sono buone, il tempo ci grazia regalandoci una giornata autunnale senza pioggia e col sole che ogni tanto faceva capolino dalle nuvole.
Come sempre la partenza è sempre troppo presto nonostante la corsa sia vicino alla magione, sveglia alle 5:30 per preparare la colazione, rivedere se la borsa è completa di tutto, tirare giù dal letto la restante parte della famiglia e recarci all' appuntamento col pullman organizzato dall' amico Angelo di Maratonando.
Arriviamo poco dopo le 8, un veloce cambio d' abito e di corsa alle navette che ci porteranno a Piazzale Michelangelo luogo di partenza della maratona.
Anche se mancano più di 40 minuti alla partenza le "gabbie" di ingresso che delimitano la griglia di partenza straripano di atleti, con molti che rimangono fuori impossibilitati ad entrarvi cosa che mi è capitata nelle 2 precedenti edizioni, stavolta complice la spinta della massa riusciamo ad entrare ( il plurale si deve al fatto che come sovente avviene anche Caterina fa parte di questa avventura), meglio era se stavamo fuori, visto che non avevamo un millimetro di spazio in cui poterci muovere ed eravamo continuo bersaglio di vari oggetti di cui si disfacevano gli atleti.
Non manco mai di domandarmi come mai con un piazzale così ampio lo spazio relegato alle gabbie devono essere così risicate ed insufficienti a contenere la marea di corridori che regalano alla Firenze Marathon il secondo posto nella graduatoria delle maratone più partecipate d' Italia, per di più quest' anno eravamo mille in più rispetto la scorsa edizione.
Dopo interminabili minuti in attesa dello starter finalmente partiamo ,impossibile prendere il ritmo impostato tanta è la calca, oltre tutto dobbiamo stare attenti oltre alle immancabili spinte, sgambetti, alla quantità di oggetti vari lasciati sul selciato, passati i primi km, cominciamo ad avere un ritmo anche oltre il preventivato, tutto questo fin verso il 13° km, qui mi avvedo che Caterina comincia a diminuire il ritmo quindi la affianco e le dico che allungherò, un in bocca al lupo e via.
Alla mezza il tempo mi dice che sono ben 4 minuti sotto le mie aspettative anche se già comincio ad intuire che qualcosa non va, le gambe si fanno legnose ed anche se non compaiono i crampi mi è difficile continuare su quell' andatura, al 25° vengo raggiunto dai palloncini delle 3 ore e 15 minuti, tanti erano che mi sono ritrovato sballottato in ogni dove non riuscendo ad approvvigionarmi, così saltato il ristoro comincio a dare i numeri, mi dico, se calo di 10 secondi al km la mia andatura riesco comunque a concludere la mia prova nel tempo prefissato.
Pia illusione, raggiungere il 30° per attingere a qualche liquido e solido è stata veramente dura, non mi vergogno a dire che per dei tratti ho proprio smesso di correre nella vana speranza di conservare le residue energie.
Raggiunto l' agognato ristoro però non mi sento di ingerire alcun solido mi abbevero con un poco d' acqua, ma anche questa mi dà la nausea, proseguo con l' unico obiettivo di portare a termine la gara.
Bel proposito, ma duro da portarsi a termine, al 40° vengo pure raggiunto dai pacer delle 3:30 ed allora capisco che è proprio finita, guardo il fedele Garmin e mi avvedo che questi sono in anticipo sul loro obiettivo decido quindi di non accodarmi investendo le energie rimaste per portare a termine la gara, poco prima del 42° km i pacer si fermano per non arrivare troppo in anticipo sul tempo dichiarato, io con un enorme sforzo privo di qualsiasi altra energia fermerò il cronometro su 3 ore 30 minuti e 04 secondi, una vera débâcle, comunque contento di avere portato a termine la mia 15^ maratona.
Adesso come sempre alcune riflessioni, oltre alla già citata ristrettezza della griglia di partenza, viene da domandarsi che senso abbia dichiarare il proprio tempo di maratona se poi non viene controllato, e si vedono personaggi con pettorali da top runner che arrivano più che esimi, persone che si infiltrano con i pettorali più svariati, contribuendo con la loro presenza a rendere ancora più caotiche le gabbie ed impercorribili le anguste strade, per il resto non c' è niente da imputare all' organizzazione oramai" vecchia" di 26 edizioni, grande pubblico, assenza di automobilisti insofferenti, addetti che allontanavano gli accompagnatori in bicicletta, così come da regolamento FIDAL.
Claudio Landucci