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QUANDO LA REALTA' E' MEGLIO DEL PENSATO di Andrea

29/08/2016

a cura di Andrea Bartalesi

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Ieri mattina la splendida marcia di San Rocco in Turrite: percorsi 2 - 5 - 11 - 15 - 20 km

Partito con gli altri ardimentosi per la 15 - 20 km dopo un paio di km mi pentivo per motivi che non sto a chiarire essendo solo personali, e tornavo al punto di partenza per prendere il tracciato di 11 km. Pensavo a un tracciato di comodo, visto che il 9 km degli anni scorsi prevedeva una discesa ripida e pericolosa (l'avevo fatta quell'anno del diluvio universale, quando l'Arca di Noè toccò terra alla Foce del Pallone e a noi mortali ci impedirono di andare oltre la Groppa, noi spensierati e inconsapevoli che volevamo andare oltre a tutto e chiunque.

Pensavo a un 11 km tipo "arriviamo a Gragliana e torniamo, tutti insieme appassionatamente", qualcosa da vecchi podisti e mezzi acciaccati (ragazzi questo tempo ha fretta di arrivare, non conosce se o ma, lui va avanti e tu ti trovi vecchio due giorni dopo aver avuto trent'anni!!!).

Me la prendo comoda e scatto foto tanto per trovare un motivo di andare avanti rimpiangendo i bei percorsi che portavano lassù dove osano le aquile (forse solo i deltaplani) ma l'aquila ha un suo fascino, quei gridolini...

Arrivati a Focchia scendiamo verso Gragliana, ma all'improvviso un fauno rotondo e di giallo vestito ci ha indicato una strada a sinistra..."State attenti di non cascare, la strada è bella, ora c'è la salita poi spiana e poi ancora salita dura."

O questa poi!!!

Intanto la strada sterrata è larga ma ci sono parecchi sassi (attenti di non cascare) ma poi diventa nolto bella, fra i castagni, macchie di lamponi inutili (o troppo giovani o perchè i frutti erano spariti) o per il tempo (anche per loro il tempo ha fretta) o chissà per quale motivo. I castagni sono malati. Avevano detto che stavano guarendo: qui sono malati. Ci innalziamo, perdiamo sotto di noi i tetti di Gragliana e fra i rami dei castagni appare un paese arroccato, non può essere che Campolemisi, nel mezzo al verde scuro dei boschi. In alto fa capolino la Pania, secca e rugosa come una vecchia amica che baciamo volentieri lo stesso. Arrivo al ristoro e faccio i complimenti per questa undici che è "voluta e scelta", non di comodo come pensavo. Il Castiglioni mi controlla alzandosi da una pietra dove era seduto...Vedo un fuoristrada e mi viene detto:"Siete venuti in macchina..." E lui.."Perchè mi volevi far venire a piedi?" E la moglie "Ma anche venire a piedi non è mica dura, un po' di salita all'inzio poi tutta quasi pianeggiante ..." Ho capito che erano venuti in macchina.

Trovo Ivo e mi fa vedere i palchi dove i cacciatori aspettano gli uccelli ignari con i loro fucili. Dico che certamente qui in quei 4 plachi facevano una carneficina e Ivo mi fa notare come i castagneti sotto di noi vadano verso il basso in modo pricipitoso "Ma andare a prendere il colombaccio morto non deve essere facile..."

Mi riprendo il cammino, sembra non arrivare più. D'un tratto ci troviamo davanti al campanile di Bucino. Vedo passare i reduci dall'Alto Matanna, gloriosi, scendiamo insieme a loro a Pascoso, visitiamo il paese, andiamo per case arroccate di San Rocco (per forza arr...roccate) e scendiamo nel sole, sudati al prato da dove ero partito. Km fatti fra inizio e ritorno e poi la 11 un totale di 15.2. Tre ore di sole, di castagni, di piacevole imbarazzo tanto da pensare "sono un uomo fortunato".

Andrea Bartalesi

Ecco alcune delle mie foto

questa la chiesetta di San Rocco

e qui la Turrite (torrente) che canta (ecco San Rocco in Turrite)

 

a guardare queste due inquadrature di Focchia mi viene improvviso il ricordo dei borghi della valle del Tronto smembrati e distrutti

il campanile mi guarda serio

la sstrada sale e migliora salendo

quello, zoomato, deve essere Campolemisi

 

e fiori così azzurri, così in fila indiana....ecco la Genziana Asclepiadea (per il mio amico Armando grande botanico)

i castagni fanno i bulli, ma sono malati

spunta la Secca

da questa finestra Suntina guardava il monte e sognava il suo amore lontano, perso in Francia...

e da quella porta entrava il Pocai, suo marito, dopo aver tagliato legna e lavorato tutto il giorno, stanco come un cinghiale ferito...

stiamo ancora salendo, 

 

ecco Ivo, sta guardando dove andavano a morire i colombacci

i palchi da dove sparano...si vedono male, certo, figuriamoci gli uccelli che arrivano dal mare....

d'improvviso Bucino e il suo campanile

Pascoso ci accoglie con i suoi fiori

con le sue luci e le ombre

occhiata al sor Matanna

affacciati alla finestra amore mio...ma non abita più qui il mio amore, e non è più nemmeno il mio amore, 

e ringraziamo Dio per la bella mattinata che la signora Natura ci ha regalato.

Andrea Bartalesi