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RAGAZZI, COME VA?

17/03/2020

a cura di Andrea Bartalesi

Domenica ho visto su un ciglio i primi papaveri (per me). Mi ha fatto strano e quasi mi hanno sorpreso. In un mondo in cui viviamo dove tutti ti invitano e minacciano di stare a casa, dove manca solo Savonarola che (come nel film Non ci resta che piangere) passa e a tutti quelli che incontra e anche suona al citofono per ricordare "Tu sei polvere e polvere ritornerai. Ricordati che devi morire" la natura ti ripresenta l'edizione aggiornata e corretta del papavero 2010.

Certo, la natura non sa del Covid19 o Coronavirus. se l'hanno avvisata, se l'è dimenticato.

E io sono sobbalzato vedendo il rosso sfavillante colpito da mille raggi di sole. Come se mi fossi meravigliato che il mondo non è ancora morto.

Domenica scorsa ho fatto un lungo giro, 24 km, passando nei sentieri di campo, o strade molto secondarie. Ho incontrato uno in macchina sotto la Baracca, e teneva il finestrino chiuso per gli schizzi che provocava passando nelle buche piene di acqua. Poi altri 4 o 5 a San Ginese, ma si sono tenuti lontanissimi e non hanno nemmeno brontolato un buongiorno. Ho fatto un km sulla via che da Paganico porta a Porcari, la Via del Centenario ed era deserta, da film horror. C'era il sole in cielo, lui tranquillo. Lo sapete perchè la Via Capannori è così dirtta? Perchè ci facevano le corse dei cavalli, una sorta di palio e uno dei Di Poggio, signore di Porcari, voleva che l'arrivo fosse davanti la sua casa, al Poggi.

Poi arrivato a casa mi sono sentito in colpa. La televisione ti tratta da minorato (ma loro non sanno chi ascolta le loro trasmissioni, bisogna capirli) qualcuno parla di pericoli come bombe che cascano a sorte, come in tempo di guerra, a chi tocca è sua. Daccordo. Domenica starò a casa e voi fate altrettanto.

Poi qualcuno spiega che va evitato l'effetto "gregge". L'uomo (e la donna)  sentono l'esigenza di stare insieme, di socializzare e subito si mettono a parlare fra di loro, a raccontare i loro problemi, ecco raccontare i loro problemi perchè quelli degli altri, in genere, non gli interessano.

La situazione è tragica, i 7 anziani morti in una casa di riposo, lontani dai loro affetti, nemmeno vedere ancora una volta i figli e i nipoti, è straziante. La scienza non sa e ora hanno dato l'autorizzazione a usare un farmaco che guariva (si fa per dire) l'artrite. In Germania parlano di un vaccino e subito dall'America arrivano proposte oscene di comprare loro il nuovo vaccino. Ne riparleremo fra un anno. C'è chi dice che il caldo (anzi il "bollore") ammazza il virus e ti invita a bere thè latte (o se l'hai finito) anche acqua calda. Non sapere non è sempre colpa di qualcuno. Studiare certe cose a volte è anche questione di fortuna. Nelle sperimentazioni il bivio di quella strada che stai percorrendo ti si presenta un attimo dopo l'altro.

E' una gestione un po' "fai da te" e presto ti venderanno kit da montare dal titolo "Come difendersi dal contagio". Ma in molti ripetono il "refrain" NON CI DICONO NIENTE, SE LAVANO LE STRADE ALLORA C'E' DELL'ALTRO"

E quando te lo dicono i dottori, allora vorrei chieder loro, ma chi ce lo dovrebbe dire? Il Mago di Napoli o chi fa l'oroscopo? Conte o Trump o forse Putin? La colpa, se ci fosse o se c'è, è sempre presentata come un'ingiustizia, come un sopruso. Non si può riconoscere che fino ad ora non ci si è capito niente?

Un mio amico è contagiato ed è in ospedale. Ecco perchè mi è venuto da sfogarmi un po'.

Volevo darvi una boccata di ossigeno e rasserenarvi, invece...

Allora torno ai papaveri di domenica

Auguri a tutti, un abbraccio virtuale.

Prima di chiudere vi racconto come mia madre sopperisse al latte che non c'era. Correva l'anno 1944, anzi camminava lento, come me, quell'anno, sembrava non passare mai, i tedeschi si erano portati via le ultime vacche, anche i maiali, i supermercati non l'avevano ancora inventati, io piangevo bizzoso perchè volevo...il latte. Come se avessi vissuto cent'anni e invece avevo solo pochi giorni. Ero nato con nella mente il bianco latteo abbinato al ruttino e rigurgitino? Non lo so. Mia madre prendeva l'orzo naturale, non tostato e lo bolliva nell'acqua e veniva un liquido lattoso, che non sapeva di latte, una specie di orzata, ma da lontano era latte !!!

E mi dava l'acqua risultata dal bollire l'orzo, che somigliava al latte nel biberon e io mi sentivo soddisfatto molto di più di un ragazzo di oggi che riceve un giochino ordinato su Amazon. E pare che facessi anche il ruttino. La mi' mamma, povera grande donna.

Andrea Bartalesi

PS= RESTIAMO A CASA E IMPARIAMO A LEGGERE. Leggiamo di tutto, meno i "bugiardini".