La mia Sky Race: voglio riprovare a mettere insieme qualche cosa , dopo quasi 15 gg,, cercando di rivivere momento per momento la mia gara, perchè, per molti di noi è stata una bellissima gara. Almeno fino all'arrivo.
Da buon podista quale sono (!!!), il sabato sera andai a cena con amici a Lerici e mangiando del buon pesce non si può certo bere acqua! Mi rimasero cinque ore scarse da dedicare al riposo, infatti alle 5,45 mi passarono a prendere ed arrivammo a Fornovolasco verso le 7,30.
Il Poli e tutti quelli dell'organizzazione erano li che cominciavano a montare il tutto mentre si stava affollando il paese. Un caffè al bar offerto da Bruno Perondi che festeggiava il suo compleanno e poi su a prendere i pettorali, cambiarci e lasciare le borse.
Ore 9,15 circa, tutti pronti nella piazzetta per la partenza, Poli e un responsabile CAI fanno l'ennesima raccomandazione sulla prudenza e si raccomandano di seguire il percorso, di non fare altri sentieri per non mettere a rischio non solo se stessi ma anche chi ci segue.
A differenza dello scorso anno che fu fatto l'appello dei presenti, Poli decide di fare l'appello dei
pettorali non ritirati, cosa sicuramente più veloce, sette o otto in tutto.
9,30 VIA!!!!!!
Conoscendo il percorso dall'anno prima, parto con calma, e consapevole che dal rifugio Del Freo fino al rifugio Rossi sarà un massacro di gambe, schiena e testa.
Nel gruppetto dove mi trovavo io c'erano anche Giuseppe Andreotti e Giancarlo Raschioni, quest'ultimo tirava come se fosse vicino al traguardo, ma arrivati a Foce di Valli, dove secondo lui la salita era finita, gli raccontammo un po' quello che ci aspettava visto che era la prima volta per lui, cosi cominciò a regolarsi un po' meglio.
Arrivati al rifugio mangiai un po' di Crostata, bevvi acqua e thè, riparti, gli altri due non li vedevo, poco dopo vidi Giancarlo avanti un centinaio di metri e Giuseppe poco dietro di me. Riprendemmo Giancarlo dopo un bel po' di salita, lo passammo ma al valico ci ripassò. Nella discesa rimasi un po' dietro, non mi sembrava il caso di rischiare cosi tanto, poco dopo non li vedevo già più.
Dal Rifugio Rossi fino all'arrivo sono stato sempre da solo, salvo un paio di momenti che
riprendevo altri due atleti (cotti) e subito mi ritrovavo solo.
Morale della favola: arrivo a Fornovolasco, fermo il cronometro a 3h24'03" e dopo aver
ripreso un attimo di fiato mi rendo conto che il Poli non è con il microfono come sempre, ed anche le altre facce degli organizzatori che vedevo non erano molto serene, così ripensai all'elicottero che avevo sentito in volo mentre stavo salendo la Pania.
Poco dopo venivo a conoscenza della disgrazia.
A volte mi viene da pensare quanto sia bella ed allo stesso tempo strana la vita.
Al mattino ti alzi, prepari tutto per andare al lavoro, a correre o chissà d?ove, fai tutti i
progetti per la giornata ma anche progetti a lunga scadenza e magari dopo due ore inciampi e.......!
Va bene, va bene cosi! Diceva Vasco un pò anni fa! Meglio non pensare troppo, la vita va presa cosi come viene, tanto quando il destino è segnato non ci si può fare nulla.
Ciao, alla prossima
Marco
Ed ora le bellissime foto del nostro UMBERTO TROILO, SARA' PIù BRAVO COME FOTOREPORTER O COME MEDICO? come podista o come ciclista? AI POSTERI L'ARDUA SENTENZA.
La Pania della Croce a sinistra, quella Secca a destra. Nel mezzo il bel naso verde dell'OmoMorto
I prati della Pania, dove Stefano sta salendo seguendo il percorso.(Non quello della Sky Race, ma Foce di Valli -Passo degli uomini della Neve - Pania)
Sotto di lui le nuvole, ci impediscono la vista della Versilia, del mare...
Dal sentiero sopra il Passo degli Uomini della neve si scorge la Pania Secca e il mitico naso
Non è un paesaggio lunare, ma quello che rimane della vecchia croce della Pania,
Vicino c'è l'altra, quella nuova, ma non è nella foto.
le nuvole ci dividono dal mare, dal mondo....
Gente in attesa dei concorrenti al valico della Pania della Croce (vedi paline a sinistra Rifugio del Freo Mosceta - a destra Rifugio Rossi, quella che non si legge Vetta-
in primo piano le bottiglie d'acqua per i concorrenti
Il versante della Pania che guarda il Corchia
In fondo, sotto le nuvole, il Rifugio del Freo in località Mosceta.
Si intravede, in basso l'inizio del sentiero che porta in Pania, e ancora oltre il sentiero che va verso Fociomboli, quello della mitica corsa di Levigliani
una bellissima foto di Nicoletta, con il vecchio Scarpone (non quello della canzone) ma che per "poca usura" o se si preferisce "per troppo riposo" ha perso la suola.
Dietro, Mirko, suo marito, del Gruppo Alpi Apuane
Arrivano i nostri: MARCO MATTEONI sul pietrisco del Vallone dell'Inferno che dal valico Pania della Croce porta al Rifugio Rossi
ASTENIO e un equilibrio instabile
Bruno e la sua forza (la sera prima,cena al Rist La Nina per il matrimonio del figlio Francesco)
il "Monticellino" Luca che si è fatto molto onore
LISA con la sua leggerezza, sui sentieri del CAI
il PERONDI, un modo esaltante di festeggiare il proprio compleanno
I GEMELLI Michelotti attenti e guardinghi nella pietraia dell'Inferno
ANGELO in un tratto impegnativo del Callare dell'Inferno
Il Callare, verso il basso, verso il Rifugio Rossi, verso le nuvole che attendono, verso il traguardo
Ringraziamo Marco per il suo resoconto e Troilo per le foto (chi le vuole in formato maggiore può richiederle a andrea@atleticaporcari.it indicando l'indirizzo mail