SAN GIOVANNI NON VUOLE INGANNI
Ci ritroviamo al Foro Boario: nessuna giovenca o manzo ruggente, solo spazi che aiutano in questo difficile ripartire podistico durante il Covid. Mascherati e con green pass, ci meravigliamo di sentire dagli altoparlanti che la partenza sarà alle otto. Ma noi appena ritirato il cartellino ci sentiamo pronti a partire. Siamo sotto le Tre Province, che sono venute a Lucca per “svegliare” i Lucchesi.
Passiamo il Borgo Giannotti e saliamo sulle Mura. Questa Lucca è quella conosciuta dagli abitanti e soprattutto dai podisti. Silenzi e freddo che condensa i nostri respiri appena usciti dalle mascherine. Strade vuote, alberi ignudi tremano sulle Mura, Aldo no, lui, con un cappello da Babbo Natale immortala le nostre maschere e i nostri saluti.
“Aldo, sei un mito podistico” gli dico e lui risponde “Si, ma siamo alla frutta, anzi a qualcuno di noi hanno già portato il ponce”. Graffiante, pisano che ricorda Livorno. Mi immortala e insieme a Claudio e Sergio continuo l’anello. Campanili alti, anzi lunghi, pochi camini che fumano, Babbi Natale che passano veloci, la mascherina fa comodo. Scendiamo e andiamo alle Tagliate, agli argini del Serchio dove da studenti alle superiori, partecipavamo alle Campestri. Scendiamo verso il Parco Fluviale e con Claudio andiamo verso la passerella. Bella, su questo Serchio verde, un cielo freddo, ci fermiamo al ristoro.
Ma non era proibito il tè sbicchierato? Ma anche a Pontedera e a Ponsacco c’era. Ma così fumante, è un invito per le mie mani guantate e fredde. La signorina lo porge ed io allungo la mano. È bollente. Il bicchiere perde consistenza, si accartoccia, uno spuzzo di liquido mi brucia le dita, resisto, provo a ricomporlo. Mi sono ustionato. Lo mollo. Alle labbra mi viene “San Giovanni non vuole inganni”.
Mi ritrovo in quell’attimo ragazzo, una frase usata spesso quando ci sembrava di aver subito un sopruso e interveniva il fato (per noi San Giovanni) a rimediare. Tipo un rigore dato contro di noi che, per noi appunto, era sempre ingiusto e l’avversario che se lo faceva parare: San Giovanni non vuole inganni.
Un modo di dire fiorentino, pare per via del fiorino che da una parte aveva l’effige del giglio e dall’altra San Giovanni Battista così da diventare difficilmente imitabile. E poi al Battistero di San Giovanni c’erano i campioni delle misure locali. Potevi sapere quanto erano lunghe le “braccia” e le “pertiche” e confrontarle con quelle del venditore. E tutto questo ieri, perché mi sentivo in colpa per cedere alla tentazione di un bicchiere bollente!
Con Claudio allunghiamo verso Monte San Quirico, tante belle ville sole, giardini enormi, non si vedono nemmeno i viali di accesso, tutto dorme ancora. Il sole, meno male, comincia a scaldare, tiepido, come una carezza.
Faccio a tempo a incrociare e salutare Claudio Cecchella, nostro presidente. Ci fermiamo sulla via di casa per un caffè caldo, ma non bollente.
Andrea Bartalesi
e dal ponte di Monte San Quirico il Serchio diventa azzurro.
Ecco le foto di Aldo
Climene in primo piano, Sergio io e Claudio nascosti
ma eccoci qua.
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