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SANT'ANDREA HA TOLTO I RIPETITORI servizio di Andrea

09/01/2017

a cura di Andrea Bartalesi

La marcia di Sant'Andrea ha un percorso fantastico. Ma anche il fantastico può essere migliorato. Quest'anno ci hanno risparmiato i ripetitori nel finale, con quella salita da teleferica che ti portava senza dubbio in un luogo molto bello, ma nel finale, non è che restino molte forze e lo "strapazzo" ti porta a non osservare, a non vedere, guardare solo dove metti i piedi con la fretta di arrivare.

Un'altra cosa che vorrei vedere è in partenza, passato il cimitero, lasciamo la bianca strada svoltando a destra per inerpicarci su un sentiero che dapprima è normale, ma diventa poi molto duro anche in considerazione del fondo stradale molto sassoso per poi tornare sulla strada che avevamo abbandonata, ma più in alto. Considerato che togliere il ripetitore ha portato un benefit di 1600 metri, forse, se la strada di cui si tratta, fosse più "agreable" potremmo fare un ulteriore cambio. Tante volte qualcuno di Sant'Andrea mi legesse...

Il freddo non era poi tremendo come ci aspettavamo e la brina era a macchie di leopardo, come le nuvole in cielo, pur restando sul nuvoloso e senza luce. Andare a Prato a Sillori è sempre un'emozione, quella casa che quest'anno mi sembrava ancora più in disparte, quei castagni che la nascondevano...forse era triste, la casa, per quel cartello che si vedeva nel sentierino che dava accesso al prato, quel VENDESI verde brillante, quella catena,non è bello sentirsi in vendita.

All'arrivo una camelia. E nuovi camelieti nei boschetti presso Sant'Andrea, alberelli messi a dimora, si fa per dire, in porzioni di bosco ai quali erano stati tagliati gli alberi, lasciando quel verde macchiato di pietre affioranti. Un cambio: al posto delle acacie nobili camelie.

Ho fatto qualche foto.

 

 

vedo camin che fumano....e mi consolo che siamo cmq sopra lo zero...penso ai fumi che si raggelano appena usciti dal camino...fumi rappresi...

e penso , nel borgo, a coloro che nel caldo letto, abbracciatti, ci sentono scalpitare con cautela sugli acciottolati 

ma qui siamo già in quota, al bivio della otto, al ristoro, mentre in alto si vede il bianco della strada che ci porterà a scollinare..

macchie di ghiaccio

si mantengono fresche e scricchiolanti...

e sotto di noi la strada percorsa 

e la piana addormentata

ma io guardo in alto, lo skyline di pini montani

ecco Prato a Sillori

 

gli dedico un piccolo reportage fotografico prima di iniziare la discesa

ed ecco Stanghetta addormentata

un silenzio da film di guerra

anche l'edicola sulla strada tace...

giunti alla Gallonzora prendiamo lo stretto sentiero che ci porterà a San Giusto, fra felci secche e alti pini guerrieri

merletti di brina

una ruota del mulino (o del frantoio?)

la gora

San Giusto di Compito

la chiesa con il muro caratteristico del luogo, con smerli anonimi e pietrosi

e all'arrivo una fetta di pane e olio.

Andrea Bartalesi