Quante volte sarò passato dalla piazza di Buti? E la salita di Castel di Nocco? E la valle di Badia?
Ieri, con un tempo brontolone (laggiù a Pontedera) e imbronciato, con Claudio ci siamo fermati a Buti. Cercavamo di non andare per pantani, restare su strade asfaltate e comunque che restassero vicine alla macchina per poter interrompere e tornarsene a casa. E così, non avendo fretta, siamo andati anche a curiosare.
Scendendo dal Termine verso il paese troviamo la Chiesa di Castel di Nocco dedicata al San Michele Arcangelo. Entriamo, un ambiente pulito, tenuto, sedie di plastica impilate. Solo una curiosità: non ha il tetto. Leggo su Wiki:
L'edificio si presenta strutturato in pietra e bozze verrucane. La facciata rivolta al paese è sormontata da un campaniletto a vela ed è aperta da un portale semplice con architrave altomedievale. La parete sinistra presenta un portale analogo mentre la parte superiore è occupata da tre finestre rettangolari del XVII secolo.
Sulla parete destra, parzialmente nascoste si aprono due monofore rettangolari e una terza a forma di croce. La parte posteriore della chiesa è nascosta parzialmente da una casa di recente restauro.
All'interno si presenta ad aula unica con pavimento a pianelle in cotto rettangolari. Sul lato destro della porta centrale d'ingresso si trova una pila in pietra per l'acquasanta, quella della porta sinistra è mancante. Lo spazio presbiterale presenta ciò che rimane dell'altare principale e di due altari laterali: quello di destra dedicato a san Rocco, l'altro dedicato a san Giuseppe.
Scendiamo nel borgo e saliamo Cstel Tonini, le sue finestre, i merli, un portone con terrazzo adatto a discorsi alla cittadinanza con le mani sui fianchi. Di solito si scendeva dalla gradinata nella piazza. Decidiamo di curiosare oltre la chiesetta gialla che vediamo a sinistra, ma prima ci guardiamo il Castel Tonini
Castel Tonini, ovvero, il Castello di Buti, è una struttura di origine medievale ed ebbe un ruolo storico avuto tra il XII e il XV secolo, durante le tormentate vicende belliche tra lucchesi e pisani e poi fiorentini. Infatti a quell’epoca, insieme a Bientina e Vicopisano, Buti fu al centro di un sistema fortificato sulla frontiera tra Pisa e Firenze. Questo castello faceva parte di un sistema di fortificazioni che costituivano il caposaldo a difesa della terra di Buti. Un sistema difensivo tale da garantire tutto il controllo del territorio, dove figuravano ben otto castelli: Castel di Nocco, Castel Sant’Agata, Panicale, Castellarso (San Cassiano), San Lorenzo in Cintoia, San Giorgio, Farneta (Farneti). Dal XII secolo Castel Tonini fu assalito a più riprese e conquistato dai lucchesi, ritornato a Pisa agli inizi del trecento e fu teatro di aspre battaglie sia nella prima che nella seconda guerra contro Firenze (1406 e 1494-1509)
Pensare che io credevo fosse questo il Castel di Nocco!!!! Che invece ha le sue rovine sul Termine.
Palazzi antichi ed anche vecchi, portoni importanti, giriamo a sinistra e ci imbattiamo in un edificio bello
Questo fa parte del complesso della Villa Medici. Si, perchè a Buti c'è una Villa dei Medici.
Ecco Wiki?
Si trova nel nucleo più antico del paese e venne edificata intorno al XVI secolo sulle rovine di un'antica fortezza del IX secolo.
La fattoria delle Cascine di Buti, di pertinenza della casa Medicea, aveva nel 1556, nella parte più alta del castello di Buti (oggi chiamato Castel Tonini) una torre e una casa data in gestione agli amministratori granducali. Al posto della torre nel 1637 venne eretta la chiesa di San Rocco e nel 1676 Pier Maria di Domenico Petracchi (amministratore della fattoria delle Cascine di Buti), che abitava già in castello, comprò una casa contigua alla sua da Bastiano di Lattanzio di Bastiano del Rosso. Il Petracchi doveva avere una grande disponibilità economica visto i numerosi possedimenti terrieri di cui divenne proprietario. La dimora prese il nome di “Palazzo Petracchi” (anche lo stemma che sovrasta il portone d'ingresso, rimanda a questa casata fiorentina). Purtroppo a causa di una disgrazia che colpì questa famiglia, la villa venne abbandonata e dopo poco data in affitto dalla fattoria, a Giovanni Mattia Berti.
Sicuro, ma dal parcheggio ricavato in centro, un'opera ben fatta e moderna, la vista della Villa è imponente.
E così lasciamo l'abitato e ce ne andiamo per strade che salgono visto che il tempo "regge". Calcoliamo i km per poter fare circa 18 km e scendiamo nella Valle della Badia.
Qui, a una curva, ci imbattiamo in un Castello, tipo quello che doveva avere Re Artù, con torrioni rotondi (come la sua tavola) finestre particolari, ma io ci sono passato pochi anni fa e non c'era. Forse c'eri passato a testa bassa, mi dice Claudio. Non c'era!!!!
Ci avviciniamo alla recinzione rossa, leggiamo il cartello con il permesso del Comune "Villetta unifamiliare con piscina".
Dai, è impossibile. Ci fermiamo a una casa e chiediamo lumi. Un giovane ci dice che due anni fa c'era una vigna.
Alla faccia della megalomania!!!
Finiamo il giro. 18 km, nemmeno una goccia, qundo vuol dire che la fortuna aiuta gli audaci!!!
Andrea Bartalesi