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SINALUNGA E PIENZA nelle foto di Marco

04/06/2009

a cura di Marco Matteoni

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Molte e belle le foto di Marco a corredo della giornata passata fra Rapolano, Sinalunga e Pienza, Sole, prima timido e poi sfacciato, con un vento che sbarazzava i capelli e faceva solo la "pelle a pollo" (Giacomo) con la rilassatezza dello stare bene, dopo una bella corsa, un pranzo essenziale, l'amicizia, un posto particolare.

 

(alle 6 molti sospirano)

 

(ma non c'è tempo per ricordare il letto, già la strada attende coloro che faranno la 22.8 km. da Rapolano a Sinalunga)

 (gli altri continueranno in pullman per Sinalunga dove partono la 10 e la 4 km)

 (Andrea G ride, ma sa che l'impegno con Umberto sarà duro)

 

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Ed ecco le foto, del dopo corsa a Sinalunga

 (Umberto già rilassato conversa amabilmente mentre gli altri, appena arrivati, si stanno cambiando)

(un curioso aggeggio, una specie di canotto non gonfiabile, forse per le piene, ma a Sinalunga siamo in alto, non serve)

 

 (nella bella piazza aspettiamo la premiazione)

(chiacchierando amabilmente)

 

 e già si rivivono i momenti della corsa

e Roberto cerca di intrallazzare gli astanti

 ma ormai la premiazione incombe

ed ecco il nostro rappresentante ritirare l'ambito premio

 poi ci spostiamo per il pranzo

ed eccoci a tavola a sgranocchiar salsiccia, fagioli, prosciutto, .....

Per ricordare Pienza, che sicuramente tutti conoscono, approfitto di quello che ha scritto Mario Luzi, uno degli ultimi grandi poeti, scomparso, che si considerava cittadino di Pienza. Sulla passeggiata-balconata a sud c'è uno slargo, quasi un emiciclo che esce dal profilo delle mura antiche, davanti, appoggiata ai vecchi muri delle case, una panchina dove il poeta solea sedersi. Una targa ricorda che quello è il Largo Mario Luzi.

 (i nostri gemelli si affacciano al Largo Mario Luzi)


Ecco quello che lui scriveva di questi luoghi:

 

 

 

 

 

Vi soffia la brezza che la mattina corre in direzione del mare e che a sera, ritorna più calda, verso terra. Da quell'oasi che  si apre accogliente al mio esodo, intuisco l'ozio dei vegliardi, ascolto l'ascesa del fragore sordo e chioccio degli uccelli verso il canto, il silenzio, il grido di felicità che colma il giorno, l'operosità  della valle che rimbalza e si  risponde in opere artigiane, in mugli di motori spinti al solco delle arature. E ancora... un silenzio "non silenzioso", in quanto voce e linguaggio della natura,  dell'universo. Anzi, di più: un discorso continuo, sempre in atto, che, in verità a volte noi interrompiamo con un dire frammentario e provvisorio


Mario Luzi

 

 Il sole fa da padrone e un vento capriccioso agita i capelli

ma è troppo bello il luogo

 e la gente

 e i muretti da dove si può vedere tutta la Val d'Orcia fino all'Amiata. A sinistra, quasi una Pietra di Bismantova, il Radicofani

Appoggiati a questi muri viene voglia di guardare, di parlare, di confidare

 

 

mentre la bimba, ignara, gode nel sole a cavalcar un cavallino bizzarro.

 

Andrea Bartalesi