LE COSE STRANE DELLA VITA – CI VORREBBE AGATHA
La Christie saprebbe come risolvere il caso.
Stamani passando dalla rotonda di Salanetti, a piedi, come al mio solito, sul muro di cinta del Mattatoio, oltre le canne, un pacco rosso, “fioccato” d’oro.
Bello, illuminato dal sole, da subito mi ha fatto pensare a un panettone. Sul muro di cinta del Mattatoio, della parte chiusa, alle ore 9 e 20 del mattino. Solo. Abbandonato.
Un panettone incartato, forse di quelli artigianali, sicuramente con uvetta e canditi, soffice.
Ci si potrebbero scrivere tante storie. L’uomo, con il cappello cencioso, lo aveva portato a una donna, certo, ma lei non lo aveva voluto. Lei non aveva portato lo spumante, aveva tante cose da rinfacciare.
Bello festeggiare il compleanno in macchina, sporchi di baci, ma la donna aveva rifiutato di sporcarsi di baci, forse. Aveva rotto; lui aveva il panettone rosso, lei aveva detto di portarlo alla smorfiosa dal piumino giallo.
Lui rideva, si, rideva l’uomo, così non si vedeva l’imbarazzo, cercava di abbracciarla ma lei si dimenava come un coccodrillo preso al laccio. E’ uscita di macchina (si è sentito il rumore secco di uno schiaffo) e lei se n’è andata.
E’ diventato serio l’uomo dal cappello cencioso, voleva bene alla donna, era impulsiva (lui volubile), Se n’è andata e ha lasciato la porta dell’auto, aperta, spalancata. Ha chiuso invece la sua ed è partita senza guardarlo. Ha respirato, l’uomo, bisogna respirare a fondo in certi momenti. Ha preso il telefono, WhatsApp, e ha scritto:
“Non è vero quello che pensi”
“il panettone te lo lascio sul muro” (non ricordava o non sapeva che quello era il muro del mattatoio comunale) “vieni a prenderlo, è tuo, l’ho comprato per te, so che ti piace”
“tanti auguri”
“ci sentiamo domani”
La mattina dopo era ancora là.



