Ricevo una bella lettera da Paolo Miniati che si presenta, credendo di essere sconosciuto, come "Il frate di Montecarlo". Dopo la Suora di Monza credo che sia uno dei personaggi clerico/spettacolo più famosi e conosciuti.
Paolo è conosciuto anche per altri meriti, tipo disponibilità, altruismo, ma lasciamo perdere, è Pasqua, potrebbe sembrare che siano cose che si dicono per essere buoni. Ma per quel poco che lo conosco, dietro quei baffi irsuti, c'è una persona "per bene".
Detto questo, per sapere chi è che scrive, aggiungo anche che nelle righe di presentazione ci informa che è molto bravo come parlatore, ma non altrettanto come scrittore. Leggete e vedrete che in questo caso ci ha detto una bugia.
Insomma credo che questa lettera sia un ulteriore rintocco delle campane di Montecarlo, un riverbero, una vibrazione dopo "un doppio in quarta".
Il cassetto dei sentimenti, che ognuno ha, prima di essere richiuso, ha avuto un ulteriore ricordo, una parola ancora da dire......
Ma leggiamo quello che ci scrive PAOLO:
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Carissimi amici
Anch'io, dopo la emozionante esperienza di sabato scorso, la "corsa di Paolo" a Montecarlo, ho fatto un sogno:
Ero nel sonno più profondo e, chissà come, mi son ritrovato per un momento Lassù: ero seduto in uno scomodo strapuntino, nelle file più basse, sulla sinistra. In uno di quei posti, come mi ha spiegato la "maschera" che mi ci ha accompagnato, riservati a quelli che si son dati daffare, forse, ma che alla fine non è che abbiano risolto un granchè ... (per cui: gente, impegnatevi, perché sarà pure un bel posto ma così ci si sta proprio scomodi!)
Ma anche da quella posizione defilata si riusciva a vedere, nitidamente, il "miracolo" che si stava svolgendo, in una splendida giornata di sole, a Montecarlo.
Si vedeva un mare di gente colorata e vociante, tantissimi bambini e ragazzi, famiglie intere, e poi maschere, palloncini ... C'erano soprattutto, mescolati e sopraffatti dalla moltitudine festante, un babbo, una mamma ed una sorella che almeno per un giorno hanno potuto alleviare il loro infinito dolore con la consapevolezza di avere intorno tante persone che dimostravano loro affetto ed amicizia.
Per la verità, anche da lontano si notava altrettanto bene una organizzazione piuttosto "terrena" della manifestazione. Si vedeva che era una cosa un po' raffazzonata, in alcuni momenti caotica: lunghe file per accaparrarsi il cartellino di partecipazione, gente che vagava alla ricerca di informazioni sul proprio compito, mangiatori professionisti che si accaparravano panini e dolciumi, pacchi gara rimediati alla meglio. C'era persino qualcuno che cercava di commuovere o corrompere l'irremovibile cerbero che aveva ottenuto, chissà come, l'incarico di omaggiare con un mazzo di fiori le "spose" partecipanti.
Però ... tutto questo non scalfiva minimamente il clima di festa gioiosa, di partecipata solidarietà, di amicizia quella più vera ...
E poi, dove c'era da tappare qualche buco, ci pensavano loro: un gruppo di "angeli" in maglietta bianca o con una divisa biancoceleste. Persone straordinarie e commoventi che "volavano" da tutte le parti, che usavano mani, piedi ed ... ali, per far sì che tutto riuscisse al meglio.
Poi, piano piano, il paese si è svuotato. Gli "angeli" hanno smontato in un "batter d'ali" tutte le attrezzature e le hanno caricate sul loro carro biancoceleste, qualcuno si è prodigato per ripulire la piazza, altri hanno recuperato gli "avanzi" per donarli a chi ne aveva bisogno ...
Il cielo, laggiù, ha cominciato a scurire mentre si sentivano gli ultimi saluti e i ringraziamenti passavano ancora di bocca in bocca, nella consapevolezza, da parte di tutti, di aver partecipato ed assistito a qualcosa di "magico" ...
Posso assicurare che esclamazioni di gioia e persino qualche luccicone di commozione si sono notati anche tra quelli che erano vicino a me, nello stesso "settore", sebbene Loro siano abituati a ben altro.
P.S.: ... a un certo punto mi sono sentito chiamare per nome. Ho visto un gruppo di carissimi amici che tanto tempo fa, ancora ragazzi, hanno deciso di lasciare la nostra compagnia e di prendere la residenza Quassù. Mi invitavano al bar per una partita a Scala Quaranta. Appena il tempo di chiedere di quanto si giocava che ... ha cominciato a suonare la sveglia.
Lì per lì ci sono rimasto male perché mi sarebbe piaciuto conoscere le regole di gioco al "Bar Paradiso", ma mi sono poi ripreso quando ho sentito dire che sicuramente l'anno prossimo la cosa si ripeterà ...
In questa foto il nostro Paolo con sullo sfondo suo figlio a Montecarlo.
Grazie Paolo e quando hai qualcosa da dire, mandacelo.