UNA MARCIA, UN VIAGGIO, UNA STORIA foto di Mario
17/01/2011
a cura di Mario Pardella detto "Cornicette"
Ho incontrato Mario sul percorso della 21 nel Parco di San Rossore. Aveva il cappello e questo già, da lontano, ti avvisava che qualche cosa non andava. Era solo e questo era proprio insolito e ti dava un senso angoscioso di sorpresa sconosciuta.
Mi ha detto che era febbricitante e che aveva anticipato la partenza per non gravare troppo sui ritmi degli amici. Ma li stava aspettando, gli amici, e si voltava continuamente indietro, tanto da pensare che facesse un allenamento retrorunning.
Certo poi le trasparenze del parco, i raggi che filtravano fra i pini, le spade di luce che ferivano gli occhi, gli acquitrini, l'atmosfera da foresta pluviale, i lunghi rettilinei con la sabbia che ti informava di quanto fosse vicino il mare, mi hanno distratto, ma il rivedere le foto mi ha riportato alla memoria questa situazione del nostro Mario. Febbricitante ma presente, forte nella sua volontà e determinazione.
Ma vediamoci insieme alcune foto. Le altre, come al solito nella gallery.
ecco la partenza fra le case di Barbaricina
e il rosso sole del mattino illumina un cavallo che se ne va verso la sua sgambata doverosa.
Una piccola finestra la vorrei aprire su questo fatto: moltissimi fantini alle cinque del mattino sono presenti alle scuderie per portare all'allenamento i cavalli. Addirittura moltissimi driver vivono in mini appartamenti nei pressi delle scuderie. E' un impegno quotidiano e costante. Un mio amico di Lucca per anni ha fatto questa vita con l'obbiettivo, per lui importante, di avere la licenza di driver.
gli spazi con il sole nascente si definiscono ed escono da quella cortina brumosa delle nebbie
ed altri cavalli, con la consapevolezza del necessario, se ne vanno verso l'Ippodromo
i rosa delle case morbide, alberi invernali, podisti che se ne vanno: questa è la vita
e Mario, vedendo il SUO pino, avrà pensato la stessa cosa.
il ristoro preparato dagli amici dei Due Arni
e una bella foto di insieme che rispecchia il Parco di San Rossore in versione invernale
e Mario pesa il pro e il contro. E se ha deciso di esserci, malgrado la convalescena, vuol dire che ha valutato bene questa passione
come questo gruppo di amici fra le luci e le ombre, in una mattina di inverno, nel parco di San Rossore
e al ristoro tutti si fermano per un sorso di tè caldo e due parole
una bella foto per il superamento dell'unico tratto dove le acque hanno superato gli argini andando ad acquerellare
i riflessi degli alberi e del cielo
mentre Elisabetta stamani è in versione "Quelli della domenica" e Cinzia, atletica porcarese, si dissocia
ma l'amicizia unisce ed ecco un bel gruppo con l'ombra di Mario a braccia alzate con la sua digitale
un albero di mimosa mostra la sua precocità
e una barba bianca, due occhi vispi, sotto l'ombra di un cappello ci accolgono all'arrivo.
E prima di chiudere vorrei regalare ai nostri lettori che hanno la pazienza di leggermi una poesia di Prevert che correre nel parco mi ha ricordato:
Il giardino
Migliaia e migliaia di anni
non basterebbero a dire
il minuscolo secondo di eternita'
in cui tu mi hai abbracciato
in cui io ti ho abbracciato
un mattino nella luce dell'inverno
nel Parco Montsouris a Parigi
a Parigi, sulla Terra
sulla terra che è un astro.
(La traduzione non rende il testo originale, che scrivo sotto per chi conosce il francese)
Le jardin
Des milliers et des milliers d'années
Ne sauraient suffire
Pour dire
La petite seconde d'éternité
Où tu m'as embrassé
Où je t'ai embrassèe
Un matin dans la lumière de l'hiver
Au parc Montsouris à Paris
A Paris
Sur la terre
La terre qui est un astre.
Jacques Prevert