Andrea da Capannori vorrebbe sapere se i battiti cardiaci rilevati dai Polar vengono condizionati dai battiti di base dello sportivo. Esempio, se uno ha i battiti a riposo normali di 70 e uno che li ha a 50, allo stesso sforzo vengono incrementati per esempio di 50 oppure c' è una certa compensazione ed in definitiva a parità di sforzo i battiti sono quasi simili.
Caro Andrea , oggi il cardiofrequenzimetro è parte indispensabile per ogni corridore , anche amatoriale perchè se si vuole fare un allenamento "efficace" o "sicuro "da un punto di vista della salute , è necessario rispettare alcune semplici regole dettate "dal cuore".
Prima di incominciare a correre col cardiofrequenzimetro occorre sapere due valori :
a) la massima frequenza cardiaca raggiungibile che corrisponde al numero 220 - età ( esempio un uomo di 40 anni avrà una frequenza massima di 220 - 40 = 180 )
b) la frequenza di base cioè a riposo.
Quando si incomincia a correre la frequenza cardiaca aumenta e , mano mano che sale , si attuano dei processi metabolici che variano proprio in base alla frequenza stessa. Così per certi valori si avrà un consumo soprattutto di zuccheri ed ossigeno , per altri si utilizzeranno anche i grassi, per altri ancora avverrà la produzione di acido lattico. Queste "fasce metaboliche" vengono sfruttate proprio negli allenamenti con cardiofrequenzimetro. Così avremo per esempio che un ritmo maratona corrisponde al 70% della massima frequenza cardiaca , un ritmo lento sarà effettuato al 60% , una ripetuta all'80-90% e così via.
In realtà, se si usassero solo conti matematici avremmo valori uguali per tutti a parità di età. Invece ognuno ha una sua frequenza di base che dipende dall'età, dal grado di allenamento, dal sesso, dall'uso di farmaci e dal tipo di " sistema autonomo".
Quest'ultimo è molto importante perché influenza molto sia la frequenza di base, sia la rapidità di aumento della frequenza con l'aumento dello sforzo.
La persona cosiddetta "bradicardica" avrà il sistema "vagale o parasimpatico" predominante che determinerà una frequenza di base più bassa e soprattutto un amento della frequenza più lento durante lo sforzo.
Invece la persona "tachicardica" avrà il sistema "ortosimpatico" predominante e quindi una frequenza di base più alta e con l'aumento dello sforzo la frequenza cardiaca avrà un aumento più rapido.
E allora ecco che il bradicardico che vuole fare un ritmo maratona sarà costretto a scendere al 68% della massima frequenza cardiaca ,
mentre il tachicardico dovrà raggiungere il 72% per ottenere lo stesso risultato.
Per avere del valori esatti personalizzati, allora, bisogna rifarsi ad un istogramma ( LO DOVREI RICERCARE IN INTERNET , MA NON HO AVUTO TEMPO PER FARLO !! ) e tracciare una retta la cui inclinazione dipende appunto dai valori a) e b) iniziali
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filippo.ardemagni@virgilio.it-sono un podista da 10 anni ma ora ho un dolore alla gamba sx che al contrario degli altri (avuti precedentemente )non mi passa la caratteristica del mio dolore è che mi compare dal 10 km circa aumentando sempre piu partendo dall ancha coscia e raggiunge il suo apice nello stinco laterale ant esterno poi scende fino al tallone ....ora mi sa che si sta un po cronicizzando perche sento un intorpidimento anche a riposo vorrei sapere se puo essere sciatica perche lo strano è proprio questo che a riposo non sento pressoche niente grazzie mille
simone101@inwind.it-Salve dottore, dopo la corsa di stamani mi è venuto un forte dolore al ginocchio sinistro, più precisamente nella parte esterna (verso il dito mellino). Il dolore, che mi è venuto fuori a metà marcia, è molto intenso in discesa e in salita e nel fare le scale in dicesa. Circa 1 anno fa ho avuto un problema del genere ma molto meno doloroso. Lâ?Tortopedico mi fece fare una risonanza m. dalla quale non risultò niente. Il dolore sparì da solo senza nessuna cura particolare. Ora però mi sembra un poâ?T diverso, soprattutto è molto più doloroso. Di cosa potrebbe trattarsi? Ho 41 anni sono alto 1,73m e peso 76Kg. Grazie 1000 per una gradita risposta. Simone