A PORCARI CI SIAMO DIVERTITI
24/02/2009
in una mattinata di freddo sole i km passavano svelti
Nuovo record della manifestazione con 7423 iscritti. Gruppi da tutta Italia, oltre ai podisti toscani e di La Spezia, tanti ragazzi delle scuole con i loro genitori: una bella festa sulle colline dei Comuni di Porcari, Capannoni, Montecarlo e Pescia.
Le piogge che hanno inzuppato la zona fino a pochi giorni dalla manifestazione non hanno rovinato i percorsi e solo quello di 25 km è stato leggermente modificato per un tratto impraticabile così da risultare di un km più corto. Una moltitudine di magliette, cappellini, lungo i sentieri che in colline contrapposte sembravano avvicinarsi e allontanarsi, quasi come illusori giochi di specchio. Il cielo azzurrino, la temperatura fredda da tipico inverno, i respiri che uscivano come sbuffi di vapore, i guanti, i filari di viti appena potate, i boschi con i loro odori, i borghi, Montecarlo con la rosso vestita Filarmonica G. Puccini, i suonatori degli strumenti a fiato con le guance rosse riempite d'aria. C'erano i soldati medievali con i loro abbigliamenti che facevano movimenti di spade, la catapulta che gettava incontro ai partecipanti non più quelle belle vecchie pietre rozze, ma teneri pacchetti di fazzoletti Regina. Alla Nina un cartello, nuova gogna mediatica, con due buchi per le teste che si affacciavano sulla scritta "Porcari Corre - C'ero anch'io" e giù fotografie ricordo. Veneri con il suo campanile appuntito, la vecchia Cassia dimenticata e per questo così ben conservata, sua maestà il Quercione, quasi benevolo nei confronti dei podisti, e solitamente schivo della notorietà e annoiato dalla visite, con i suoi rami in perenne equilibrio instabile tanto da farci pensare a dolori lancinanti a quelle che sono le sue spalle. Ristori che hanno nella loro vicinanza il loro punto debole: i corridori non fanno in tempo a metabolizzare il ricordo del mangiato, a gustarne il sapore, che già all'orizzonte un'altra struttura li aspetta con specialità da non poter lasciare, almeno una volta nella vita, a Porcari ovviamente. L'uovo fritto su crostone di pane oppure sodo con salsa verde o forse filetti di acciughe annegati in pesto di prezzemolo ed aglio? Si può, quando ormai siamo in vista della Torretta soffermarci perfino per un caffè (con panna ovviamente) un biscottino e poi magari un liquorino caldo, tanto per gradire. Con il calore aggiunto non è così difficile raggiungere la Torretta, dare uno sguardo a 360 gradi fino a Lucca, le Pizzorne, le Apuane innevate, il Monte Serra e poi, attenti agli scalini, riprendere la discesa dolce e romantica verso il Poggetto, l'attraversamento del Vicolo Toschi, luogo antico dominato dall'alta torre campanaria, e dopo una visita fugace in Piazza fra i preparativi del Carnevale, tutti all'arrivo.
Per placare l'ansia o la sete ogni bendiddio è a disposizione: vanno per la maggiore le torte di verdura preparate da una pasticceria locale (quintali e quintali con quelle al cioccolato, meno famose, ma ottime) che ogni tanto vengono mescolate con buccellato o dolci casalinghi. Per gli amanti del salato pane casereccio arrostito su grata con pasta di salsiccia. E allora ci vuole anche un buon bicchiere di vino delle colline di via delle Pollinelle. In disparte, quasi privatamente, un ristoro per celiaci, amici meno fortunati, gestito dalla Alpipan leader nel settore.
Con le mani piene di dolci e di premi i podisti se ne sono tornati verso le loro case, chi dopo una visita a Collodi o a Lucca. Molti si sono recati a Viareggio, al Carnevale, specialmente gruppi sportivi provenienti dalla Padania.
Ovviamente resterà in loro il ricordo di una festa. Ed anche i dolori alle gambe per un percorso impegnativo, corso spensieratamente, quasi inconsapevolmente, ma ottimo per preparare impegni agonistici successivi, senza l'assillo del "dover fare", delle ripetute, di un totale km da raggiungere. Forse, pensandoci, è riscoprire quanto è bello correre.
Quelli dell'Atletica Porcari ogni anno fanno una scommessa con i podisti e con loro stessi. Anche quest'anno l'hanno vinta.
Andrea Bartalesi