GRANDE SERATA CON LO STEFANI E LE CHIAVI D'ORO
GRANDE SERATA CON LO STEFANI
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Ieri sera grande serata in onore di Emi Stefani. La Sala Consiliare non poteva contenere tutti gli amici, le autorità, i parenti intervenuti. Aveva provveduto Angelo Del Carlo, organizzatore della serata, ad aprire le ampie sale della Fondazione Lazzareschi attrezzate per l'occasione con due maxi-schermi che trasmettevano in diretta quello che accadeva nella vicina Sala Consiliare.
Le motivazioni del premio, se ce ne fosse stato bisogno, sono state portate a conoscenza dal relatore Ugo Catarzi, dal Consigliere di minoranza Luigi Del Carlo, da quello della maggioranza Maria Teresa Battaglia, dal Sindaco Alberto Baccini, sotto l'abile regia del Presidente del Consiglio Comunale Leonardo Fornaciari. Brevi e significati interventi da parte del Presidente della Provincia Stefano Baccelli, di Angelo Del Carlo e di Luigi Lazzareschi.
Commozione in Emi Stefani, in sua moglie Primetta e in tutta la sua famiglia che gli si era stretta attorno. Condivido quello che è stato supposto dal Presidente Baccelli: sono pochissimi in Italia i Cavalieri del Lavoro (e lo Stefani lo è) ma un riconoscimento nella sua cittadina, ha un valore affettivo maggiore.
Finita la cerimonia della consegna delle Chiavi d'oro della Città, il pubblico intervenuto si è riunito in Fondazione per vedere il filmato-dono preparato da Angelo Del Carlo. Dobbiamo dire che conosciamo Angelo per questa sua passione cine-fotografica, abbiamo avuto modo già nel recente passato di apprezzarne l'abilità, ma il filmato di ieri sera è andato veramente oltre quelle che potevano essere le nostre previsioni. Non so quanti studi cinematografii avrebbero potuto far meglio. Con sagacia, partendo dai fratelli di Emi, intervistati nel loro habitat, con la franchezza, la semplicità, che a questo punto posso dire bagaglio di tutta la famiglia Stefani, ci hanno raccontato la storia dal di dentro, gli aneddoti, i fatti curiosi, che se ci volgiamo indietro, vediamo come hanno caratterizzato la vita di tutti noi.
Ha intervistato vecchi operai, i fedeli operai con i quali Stefani e il compianto Giuseppe Lazzareschi avevano diviso le fatiche di un inizio, fornitori che riconoscevano l'importanza di un cliente al quale si rivolgevano prima di ogni loro produzione per avere un suo parere quanto mai importante, collaboratori, personalità del settore della carta, amici. Insomma una bella e divertente carrellata con la quale abbiamo ripercorso la vita di Stefani. Ho apprezzato moltissimo l'intervento di Lorenza Lazzareschi, fatto con misura, che ha portato quasi in modo impalpabile, ma che io ho avvertito con forza, la presenza e l'importanza di Giuseppe Lazzareschi nel tessuto stesso della vita di Emi. Anche Romani Nannini, a braccio, ha messo a nudo la sua amicizia e l'affetto che lo lega allo Stefani, con quella commozione che esplode quando un uomo, seppur navigato in mille bufere, si trova a raccontare i suoi sentimenti. Simpaticissimo il nipote che invitava il nonno ha lasciar perdere le chiavi d'oro e che invece cominciasse a pensare di dare a lui le chiavi della macchina. Insomma una bella cosa in una bella serata.
Semmai, personalmente, non ho apprezzato gli auguri fatti in chiusura del filmato da parte di tutti, che gira e rigira, tiravano in ballo l'età e tutti consigliavano al nostro Emi, di defilarsi, di mettersi in pantofole, di fare il nonno. Ora finchè questo consiglio viene dalla famiglia (sappiamo come le valutazioni professionali vengono smussate e diminuite dall'amore, dal "voler bene", dall'esigenza di salvaguardare un affetto) lo capisco e condivido. Ma i fornitori, i clienti, gli amici, insomma tutti, che dimenticano quello detto prima di come l'esperienza e il valore di Stefani siano difficilmente raggiungibili, si alzano consiglieri e quindi giudici di come lui, il nostro Emi Stefani, deve passare il suo tempo. Magari non osano consigliarlo a loro stessi per una sorta di egocentrismo esasperato.
Caro Stefani, concludo questa mia riflessione e ti dico di vivere come credi, perchè proprio questa tua personalità, il rifuggere la vanità, l'importanza, di rimanere quello che sei sempre stato, genuino, ti sarà giusta consigliera e aggiungo perchè lo penso, che persone come te dovrebbero vivere in eterno ed essere sempre presenti proprio per indicare ai giovani una strada, pur sempre polverosa e dura, una strada fiancheggiata da "Grandi Alberi con grandi radici".
Andrea Bartalesi