A LAPPATO IL 18 MAGGIO
cominciamo a pensarci
LAPPATO VAL BENE UNA CORSA
Quando uno parla di Lappato il pensiero corre ai “Quattro passi in Collina”, manifestazione che ci accoglie ogni anno a metà maggio, organizzata da uno stuolo di ragazzi in maglietta rossa della locale Sezione dei Donatori Sangue Frates.
Parlare di questo evento, perché proprio di un evento si tratta, sembra quasi inutile, come ricordare i percorsi che ti fanno stancare portandoti in giro per colli verdi, sotto alberi fioriti, fra stradelle di campo, laghetti minuscoli, marginette e ciuffi di ginestra in fiore, mentre dai verdi scaloni ci chiamano i narcisi con la loro bellezza sfrontata..
Ho sempre pensato che questo angolo di terra, alla fine di una pianura che si insinua fra le dolci colline, prima di respirare aria pesciatina, quasi conservi l’ultimo tepore o il parlare di una gente diversa, lucchese, la nostra gente.
Qui gli abitanti sono avvezzi ai lavori a contatto con la terra, gli ulivi, il vino, i campi e salgono verso San Gennaro con la tenacia di chi vuol fare bene le cose. Un paese che forse per questa sua posizione protetta sembra riunirsi intorno ai vecchi centri religiosi e associativi e mostra con orgoglio gruppi come i Donatori di Sangue che con la loro attività riescono ad aiutare e alleviare i disagi di chi soffre.
La ginestra, il suo profumo particolare che ci insegue e ci accompagna, ho sempre pensato che fosse l’emblema di chi insieme ad altri diventa importante mentre da solo sa di essere quasi inutile. Prendete uno stelo di ginestra, guardate la sua semplice struttura, uno stelo appunto, verde, con una o due macchie gialle del fiore. Non si può mettere in un vaso, non ha senso, non si vede. Andate sui colli, avvicinatevi a un cespuglio, i fiori gialli diventano tantissimi sugli steli che si intersecano, non sai più se appartengono a uno o l’altro ramo. Tutti sono fratelli, tutti sono belli, tutti sono cespuglio di ginestra e allora il suo colore ti abbaglia, il suo profumo ti affascina. Ecco questo sono i donatori di sangue.
Venire a correre a Lappato e sapere che oltre al bello del pomeriggio, ai profumi e al panorama che, i sapienti organizzatori, vecchie volpi che hanno macinato chilometri, ci preparano, diamo una mano a chi è sempre a nostra disposizione è stimolo al quale obbedire.
I suoi ristori per chi li conosce sono irrinunciabili specialmente quello all’arrivo. Dopo un’ultima erta, un piccolo colle che sembra creato apposta per dare passerella a chi arriva, per mostrare il proprio sudore a tutti quelli che sono già sul campo sportivo, ecco il sentiero del gusto. Così comincia la passeggiata gastronomica da ripetere per togliere la curiosità di qualcosa che non abbiamo assaggiato, per tornare a bere o per sentire ancora una pallina di gelato, ma subito con il dubbio se era il caso di abbandonare il gusto della panzanella per una torta fatta in casa da donne che le mostrano orgogliose.
E quando il sole abbassandosi ci mostra la via di casa, già pensiamo all’anno prossimo, ai propositi, a un allenamento particolare da fare per non sentire la stanchezza.
In quel preciso istante ci viene in mente che il 26 maggio ci sarà la Porcari Corre e potremo rivivere questa atmosfera di festa, di gioia e di sano avvenimento sportivo. Perché le due manifestazioni sono accomunate dalla gioiosa presenza dei ragazzi che, con il loro scappare, provocano l’impacciato rincorrere dei padri, a loro volta inseguiti dalle preoccupate raccomandazioni delle mamme ansiose e arrossate.
Insomma io ci andrò e credo che molti di voi saranno con me.
Andrea Bartalesi